Diocesi: Aosta, contributi dalla Regione autonoma per il restauro di beni culturali ecclesiastici

Sono cinque gli edifici di culto della diocesi di Aosta per i quali è stata approvata la proposta di contributo in base a quanto previsto dalla legge regionale n. 27 del 10 maggio 1993 “Concessione di contributi per il restauro e conservazione del patrimonio edilizio artistico, storico e ambientale per il restauro degli edifici di culto della Regione autonoma Valle d’Aosta”.
Lo scorso venerdì 22 novembre – si legge in un comunicato diffuso oggi dalla diocesi – presso il Vescovado di Aosta si è riunita l’apposita Commissione per l’esame di alcuni progetti di restauro attinenti al patrimonio ecclesiastico. Le proposte sono state presentate dall’Ufficio beni culturali e edilizia di culto della diocesi per conto delle parrocchie proprietarie dei beni oggetto degli interventi di restauro e ritenute
idonee e ammissibili dall’istruttoria tecnica effettuata dagli Uffici regionali competenti del Dipartimento Soprintendenza per i beni e le attività culturali.
A ricevere il contributo saranno: la cappella di San Michele arcangelo di Rhins a Roisan per il restauro e risanamento conservativo; la chiesa parrocchiale di San Remigio di Saint-Rhémy-en-Bosses per il restauro della cappella a sinistra del coro, quello del crocifisso d’arco trionfale in legno policromo del XIV secolo e di due statue anch’esse lignee risalenti al XVIII secolo e raffiguranti i santi Remigio e Bernardo della en-Bosses; la cappella di San Germano di Grand Villa a Verrayes per il restauro della facciata e del campanile; la cappella di Sant’Anna di La Saxe di Courmayeur per il restauro della facciata; e la cappella di San Germano di Grand Villa a Verrayes per il restauro delle decorazioni pittoriche della facciata.
“La collaborazione tra Regione e diocesi – ha sottolineato il vescovo Franco Lovignana – vuole restituire alle comunità locali, anche quelle più piccole dei villaggi, edifici e opere d’arte nelle quali intere generazioni si sono identificate e si identificano dal punto di vista religioso e culturale. Si tratta di un’operazione che ha anche un valore pedagogico perché vuole restituire, con il bene, la consapevolezza che esso appartiene alla comunità e il necessario protagonismo della stessa nel custodire e nel valorizzare quanto ricevuto dai padri. Siamo grati a tutti coloro che operano, in diocesi e in Regione, in questo ambito delicato e importante”.
«I beni culturali di proprietà della diocesi valdostana – ha affermato l’assessore regionale ai Beni e Attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali, Jean-Pierre Guichardaz – rivestono un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo culturale e sociale della nostra Regione, in quanto espressione di valori specifici della nostra stessa comunità oltre che tasselli imprescindibili per comprendere le origini della nostra storia. Tutelando e conservando i beni culturali di interesse religioso è quindi possibile attuare, seppure indirettamente, quella necessaria forma di tutela e conservazione della nostra identità territoriale”.

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