“Questa sala è un grembo, anche di questo percorso di fraternità, dove tutto può germinare e maturare”. Sono le parole del vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, in apertura dell’evento “Per una geografia della memoria, dall’accoglienza alla fraternità, un percorso per la pace”. Sabato scorso delegazioni dei luoghi della memoria – Assisi, Padova e Campagna – si sono ritrovate in Umbria per un’iniziativa che segnala “come di memoria non si debba parlare solo il 27 gennaio”. Mons. Sorrentino ha letto, a sostegno di questa tesi, le parole di Mirjam Viterbi, una dei circa 300 ebrei salvati ad Assisi ed ha auspicato che “La chiesa e l’umanità devono diventare più fraterne”: “Coraggio e andiamo avanti in questa idea che appartiene alla generatività che qui si è espressa. Questo luogo dalle radici francescane può essere un grembo di tutto ciò per una nuova memoria, una nuova fraternità e un nuovo futuro: può essere un punto di convergenza ma anche di spinta propulsiva”. A moderare l’incontro l’ideatrice e curatrice del Museo della Memoria, Marina Rosati, che ha sottolineato l’importanza di questa giornata che dimostra come “di memoria si possa e si debba parlare tutto l’anno. Non solo il 27 gennaio ma ogni occasione è buona e doverosa per esaltare esempi positivi che possono essere indicativi e propositi per i nostri giovani, vero terreno fertile da coltivare”. Una mattinata di lavori che ha visto – oltre a quelli del vescovo Sorrentino – i saluti istituzionali del questore di Perugia, Fausto Lamparelli, in rappresentanza del Capo della polizia, Vittorio Pisani; dell’assessore all’Istruzione del Comune di Assisi, Paolo Mirti, del sindaco di Campagna, Biagio Luongo, del sindaco vicario di Tonara, Cristina Patta, e gli interventi di mons. Roberto Carboni, metropolita di Oristano e vescovo di Ales-Terralba; di Diego Magliano, responsabile della Confraternita Monte dei Morti di Campagna; di Maria Elisabetta Monacchia, presidente del Rotary di Assisi; di Salvatore Luongo, presidente del Rotary di Campagna Valle del Sele, i due Club che sostengono il progetto. Sono seguite le relazioni di p. Felice Autieri “Dall’accoglienza degli ebrei allo Spirito di Assisi” che ha messo in evidenza l’operato di alcuni dei protagonisti della rete assisana; di don Michele Di Martino “Oltre l’abito e la divisa, la storia di monsignor Giuseppe Maria e Giovanni Palatucci” che, in contesti diversi, Campagna e Fiume, furono esempi di prossimità e generosità e infine di p. Giorgio Laggioni “Padova e il coraggio del Venerabile p. Placido Cortese”. Nel pomeriggio, un momento di dialogo tra mons. Roberto Carboni, p. Felice Autieri e don Michelino Luisi sul tema “Padre Michele Todde, il frate dell’accoglienza”, religioso originario di Tonara, ma attivo nella rete. Durante il momento di dialogo sono state sottolineato l’umiltà e il silenzio che ha contraddistinto l’opera di p. Todde. “Padre Michele – ha detto mons. Carboni – quando, nel suo momento storico, ha visto persone emarginate, bisognose, in pericolo non ci ha pensato due volte”. È seguito la consegna ufficiale del “crogiuolo sardo” dedicato a p. Michele Todde, per il Giardino dei Giusti di Assisi e due tipiche bambole sarde, con abiti tessuti a mano. Le delegazioni si sono spostate nella chiesa di Santa Maria Maggiore per la celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Carboni e concelebrata da mons. Sorrentino.