Regno Unito: dopo manifestazione nazionalista, leader cristiani contro uso simboli religiosi “per promuovere ostilità verso altri esseri umani”

“Profonda preoccupazione perché i simboli e il linguaggio del cristianesimo vengono usati per alimentare messaggi che promuovono ostilità nei confronti degli altri esseri umani”. Con queste parole, contenute in un comunicato diffuso dall’organizzazione ecumenica “Churches Together in England”, i leader cristiani del Regno Unito esprimono la loro paura perché il contenuto del Vangelo è stato adottato dai partecipanti alla manifestazione nazionalista di estrema destra “Unite the Kingdom”, “Unite il Regno”, che si è svolta nel centro di Londra lo scorso 13 settembre. Durante la marcia, che ha coinvolto oltre centomila persone che protestavano contro l’immigrazione e urlavano slogan xenofobi e nazionalisti, alcuni manifestanti erano vestiti da crociati e sventolavano bandiere con frasi della Bibbia e del Vangelo definendosi seguaci di Gesù. A firmare il comunicato di protesta contro questo uso dei simboli cristiani sono, tra gli altri, il cardinale Vincent Nichols, primate di Inghilterra e Galles, l’arcivescovo ortodosso Nikitas e la vescova Paulina Hławiczka-Trotman che guida le Chiese luterane britanniche. “La croce di Cristo rivela l’amore incondizionato e infinito di Dio per ogni essere umano e ci invita ad amare il nostro Paese e le comunità che lo abitano, ma siamo anche chiamati ad amare i membri di altre nazioni”, si legge nel comunicato. “La croce e il Vangelo di Cristo non devono mai essere sfruttati a favore di messaggi che incoraggiano ostilità verso chi è diverso da noi. Il messaggio cristiano non legittima mai il rifiuto di persone di altre culture”.

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