Consiglio permanente: “non possiamo restare in silenzio di fronte alla drammatica escalation di violenza”, serve “Europa di pace”

“Non possiamo restare in silenzio di fronte alla drammatica escalation di violenza, al moltiplicarsi di atti di disumanità, all’annientamento di città e di popoli”. Lo affermano le Chiese in Italia, Slovenia e Croazia, unite nell’appello lanciato oggi da Gorizia – insieme ai giovani dei rispettivi Paesi – durante la veglia di preghiera per la pace che si è svolta nella chiesa di Maria Santissima Regina in Montesanto, a causa del maltempo, al termine della seconda giornata del Consiglio permanente della Cei. “Il grido che sale da molte parti del Pianeta è straziante e non può restare inascoltato”, scrivono i presidenti delle tre rispettive Conferenze episcopali – Matteo Zuppi, Andrej Saje e Dražen Kutleša – che hanno letto e sottoscritto l’appello durante la celebrazione: “Dio vuole la pace e noi siamo i suoi artigiani. Esprimiamo e incarniamo nel quotidiano questo anelito per superare frontiere e barriere, troviamo insieme la forza, il coraggio, la determinazione per spezzare ogni spirale di risentimento e di violenza”. “Guardando oltre i confini nazionali – non più linee di separazione, ma luoghi di amicizia e incontro fra i popoli – comprendiamo che le identità culturali e spirituali nazionali si fondono oggi in un più alto e condiviso patrimonio identitario europeo”, prosegue l’appello: “Questo richiama ed esige coraggiose e feconde esperienze di riconciliazione, per perdonare e chiedere perdono, dalle quali può sorgere il bene assoluto della pace, secondo le intuizioni dei padri fondatori” dell’Europa comunitaria. Un’Europa di pace, aperta al mondo, capace di ispirare fratellanza e universalismo ben al di là della sua geografia.

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