Questa settimana il Seminario Conciliar di Madrid ha inaugurato ufficialmente l’anno accademico 2025/2026 con una messa presieduta dal cardinale José Cobo, arcivescovo di Madrid. La celebrazione si è svolta nella cappella dello stesso seminario, in via San Buenaventura, e ha riunito seminaristi, formatori e membri della diocesi. Dopo l’Eucaristia, i seminaristi hanno condiviso una cena fraterna durante la quale hanno potuto continuare a dialogare con il cardinale. Nella sua omelia – riportata nella pagina web dell’arcidiocesi madrilena – il cardinale José Cobo ha ricordato che il cammino del sacerdote non può essere vissuto con un “cuore di pietra”. Ha quindi invitato i seminaristi a coltivare lo sguardo compassionevole di Cristo: “Il pastore deve imparare a guardare, commuoversi e agire; altrimenti, rischia di rimanere un ‘semplice osservatore’”. Ha sottolineato che la vera vocazione si misura nella capacità di essere vicini alla sofferenza delle persone e di accompagnarle con tenerezza, non solo con le parole, ma con gesti concreti di vita. L’arcivescovo di Madrid ha sottolineato che la Chiesa non ha bisogno di “funzionari distanti”, ma di testimoni che si lasciano toccare dalla realtà. “La nostra vocazione è quella di essere dove si incrociano le strade delle persone, tra le luci e le ombre delle loro vite. È lì che ci viene chiesto di accompagnare e annunciare la speranza”, ha insistito. Ha anche ricordato che il ministero non è chiamato a installarsi nella comodità, ma a camminare con coloro che soffrono perdite, solitudini o crisi, restituendo loro la fiducia che Dio è ancora presente nella loro vita. Infine, ha incoraggiato i seminaristi a formarsi con umiltà, consapevoli che il loro futuro ministero si basa sulla compassione di Gesù, capace di “restituire la vita dove tutto sembrava perduto”.