Tra settembre 2024 e settembre 2025 nelle scuole italiane si sono verificati 71 crolli, in aumento rispetto ai 69 dell’anno precedente. Gli infortuni scolastici certificati dall’Inail sono stati 78.365 (+7.463 rispetto all’anno precedente). Una delle cause primarie è la vetustà degli edifici: il 49% è stato costruito prima del 1976, quindi privo di criteri antisismici. Eppure, il 46% delle scuole si trova in zone ad alta sismicità, ma solo il 4% ha subito adeguamenti e il 3,8% miglioramenti. Questi i principali dati emersi dal XXIII Rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola” di Cittadinanzattiva, presentato questa mattina a Roma presso la Camera dei deputati. Ancora irrisolto il problema dell’amianto: 2.292 edifici scolastici non sono stati bonificati, esponendo oltre 400mila tra studenti e personale. Il 59% degli edifici non possiede l’agibilità e il 58% è privo della certificazione antincendio. Solo il 41% è accessibile agli studenti con disabilità motoria.
Per Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva, è indispensabile “lo stanziamento di fondi triennali, nella cifra di 3 miliardi a partire dalla prossima Legge di Bilancio, per investire in maniera continuativa sull’edilizia scolastica anche dopo il Pnrr”, prevedendo impianti di condizionamento in tutte le 360mila aule, nuove mense e palestre. Le risorse senza programmazione “non sono sufficienti – avverte -. E per questo è importante che l’Osservatorio nazionale dell’edilizia scolastica, fermo da due anni e mezzo, sia riconvocato al più presto” perché dopo gli 8.700 interventi previsti dal Pnrr,”è tempo di una programmazione ordinaria”. Per Cittadinanzattiva, inoltre, l’Osservatorio nazionale per l’edilizia scolastica, fermo da oltre due anni, deve essere riattivato. Servono infine un fondo per il risarcimento delle vittime dell’insicurezza scolastica e l’inserimento degli asili nido nell’Anagrafe dell’edilizia scolastica.