Diocesi: Prato, mons. Nerbini risponde a Tajani. “Preoccupa la crisi politico-amministrativa che disorienta i cittadini”

È “particolarmente preoccupante in questo frangente la crisi politico-amministrativa in continuo aggiornamento che disorienta i cittadini inoculando il mortifero veleno del disimpegno. Signor ministro, questa situazione è costantemente oggetto della mia attenzione e premura e mi spinge a non trascurare parole e gesti per incoraggiare, suggerire, sostenere e accompagnare la realtà delle nostre istituzioni come delle associazioni, gruppi e singoli cittadini”. Lo ha scritto il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, nella lettera con cui ha risposto al messaggio inviato in occasione dell’8 settembre, festa della città, da Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, al presule e al commissario Claudio Sammartino.
“A volte risulta difficile data la vastità e la portata dei problemi e la scarsa collaborazione che a momenti si riscontrano nei soggetti coinvolti”, osserva il vescovo, assicurando che “la Chiesa di Prato è comunque tutta impegnata da sempre attraverso i suoi organismi a sostenere gli ultimi, ad accompagnare le famiglie che faticano non poco ad arrivare alla fine del mese, a promuovere per quanto è possibile l’integrazione delle comunità straniere rifiutando la logica delle dure contrapposizioni con l’intento di ricreare un clima di serena collaborazione e partecipazione nell’interesse e per il bene di tutti”. “La determinazione che ci anima e che affonda le radici solide nel Vangelo di Cristo e nella Dottrina sociale della Chiesa non sarà mai messa in discussione da alcuna avversa circostanza”, prosegue mons. Nerbini, ricordando che “ogni giorno nella celebrazione dell’Eucarestia e nella preghiera, dopo l’unità e la missione della Chiesa, l’invocazione al Signore è per i ‘responsabili delle nazioni’”. “Come Lei, credo, ho vissuto tutto l’entusiasmo della mia giovinezza sognando e facendo il tifo per la “costruzione della casa comune europea”, continua il vescovo: “Il sogno in me non mi si è spento nonostante il dolore per le guerre sempre più numerose”. “Credo – spiega mons. Nerbini – in un’Europa unita dall’Atlantico agli Urali che, forte delle sue radici cristiane, sappia generare un nuovo umanesimo, coltivo il progetto dell’unità di tutti i popoli in una vera giustizia che non dimentica gli ultimi e nella pace edificata non sugli armamenti, ma nel riconoscimento dei diritti dei popoli e dei singoli e in una fraternità ancora tutta da scoprire e costruire”.

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