Anziani non autosufficienti: Pasini (Università Ca’ Foscari Venezia), “meno costi e più benessere per tutti con servizi pubblici di assistenza a lungo termine”

I servizi pubblici di assistenza a lungo termine (long-term care) per le persone anziane o non autosufficienti non solo migliorano la qualità della vita di chi li riceve, ma portano benefici concreti anche alla salute e alla vita lavorativa di chi si prende cura di loro, i cosiddetti caregiver. Un sistema di assistenza formale, inoltre, non si sostituisce all’aiuto informale fornito dalla famiglia, ma lo integra, massimizzandone gli effetti positivi.
Sono le principali conclusioni che emergono da un’edizione speciale della rivista scientifica Health Economics dedicata alle politiche per la Long-Term Care. La raccolta dei più recenti e rigorosi studi sul tema è stata coordinata da Giacomo Pasini, professore di econometria e direttore del Dipartimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari Venezia, insieme a colleghi delle università statunitensi della Southern California e della North Carolina. La ricerca offre indicazioni preziose per orientare le politiche sociali e sanitarie, in un contesto demografico che vede l’Italia e molti altri paesi affrontare la sfida dell’invecchiamento della popolazione.
Gli studi dimostrano con chiarezza che i servizi di assistenza formale, come l’assistenza domiciliare, i centri diurni o le strutture residenziali, hanno un effetto positivo sul benessere e sulla qualità della vita delle persone con bisogni di cura. I vantaggi si estendono in modo significativo anche ai caregiver familiari. L’intensa attività di cura informale può infatti avere pesanti effetti negativi sulla salute di chi la presta e rappresenta spesso un ostacolo alla partecipazione al mercato del lavoro, specialmente per le donne. L’introduzione di un supporto formale riduce questo carico, tutelando la salute del caregiver e favorendone la permanenza o il reinserimento lavorativo.
“Questi risultati sono un messaggio chiaro per i decisori politici – commenta Pasini. – In un Paese come l’Italia, investire in un sistema di assistenza a lungo termine ben congegnato non è solo un dovere sociale, ma una leva strategica per il benessere collettivo e la crescita economica. Un buon sistema di cura formale migliora la vita di chi è fragile, ma allo stesso tempo libera energie preziose, protegge la salute dei caregiver e promuove l’occupazione. La sfida non è più ‘se’ investire in questo settore, ma ‘come’ farlo nel modo più efficace, equo e sostenibile”.

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