Ancora una volta il popolo fedele di Spoleto si è raccolto intorno all’immagine della Madre del Signore, venerata da secoli nella Santissima Icone. E così diversi fedeli hanno partecipato ai momenti di preghiera, presieduti dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, che la diocesi ha proposto: con il mondo della sofferenza all’Hospice “La Torre sul colle” di Spoleto la sera del 13 agosto, la processione dalla chiesa di S. Gregorio alla basilica cattedrale la sera del 14 e infine il solenne pontificale in duomo con la benedizione alla città dalla loggia centrale la mattina del 15 agosto.
Al momento di preghiera con il con il mondo della sofferenza dall’Hospice di Spoleto hanno preso parte oltre cento persone, tra cui diversi familiari che hanno avuto un congiunto ricoverato nella struttura. Mons. Boccardo nel breve saluto iniziale ha detto: “Il nostro pensiero e la nostra preghiera per quanti da questa casa e dall’Ospedale dinanzi hanno fatto il salto nella casa di Dio”. Il presule prima della recita del Rosario nel giardino della struttura, dinanzi alla Santissima Icone, si è recato nelle camere per incontrare i degenti. Alla Vergine sono stati affidati gli operatori sanitari e le è stato chiesto, in particolare, di confortarli quando le loro conoscenze scientifiche nulla più possono fare; una intenzione di preghiera è stata fatta anche per tutti i volontari delle varie associazioni che svolgono servizio con i malati.
Il 14 sera, arcivescovo e preti, religiosi e religiose, amministratori e forze dell’ordine, giovani e anziani, famiglie e bambini hanno percorso il centro storico della Città (dalla chiesa di S. Gregorio al duomo) implorando su di essa e sulla diocesi intera il sorriso materno e la tenera benedizione di colei che è ammirata come Madre di Dio e Madre della Chiesa. Il pensiero e la preghiera dei presenti sono andati a quanti sono segnati dalla malattia e dalla sofferenza, alle famiglie lacerate da discordia e violenza, agli anziani soli, a quanti sono segnati dalla piaga della povertà. Ma soprattutto la preghiera si è fatta implorazione di pace. Spoleto non è estranea al grido di sofferenza che sala dai bambini di Gaza e di Kiev, all’attesa di cibo che umilia le popolazioni vittime della guerra, allo strazio di chi vede perire mariti e figli sui campi di battaglia, all’anelito di dignità e libertà che abita il cuore degli oppressi, alla ricerca di giustizia e di pace che spinge a lasciare la propria terra e attraversare il mare, alla grave responsabilità dei capi delle Nazioni chiamati a costruire ponti di dialogo e riconciliazione, al bisogno irrinunciabile di speranza che abita e tormenta il cuore dell’uomo.
Tanti i fedeli che hanno partecipato al solenne pontificale dell’Assunta presieduto nel duomo di Spoleto dall’arcivescovo la mattina del 15 agosto. Facendo memoria del compimento della vicenda terrena della Madonna, mons. Boccardo nell’omelia ha affermato: “Se viviamo nella fedeltà al Signore, se interpretiamo la vita del discepolo, se la percorriamo con e come Gesù, non dobbiamo avere paura della morte. Perché, quando l’esistenza è vissuta così, la morte è un passaggio; è una dormizione come quella di Maria. Tutti coloro che vivono la vita cristiana e sono capaci di trasfigurare i loro gesti umani all’interno della fede non possono temere la morte; chi fa continuamente la spola tra l’intenzione del cuore e i gesti dell’esistenza sa che tutto ciò che compie (sul lavoro, in famiglia, nella società) entrerà nel compimento della vita. Ammirando la serenità della scena della dormizione della Vergine, possiamo intuire che non è la morte in sé a farci paura quanto piuttosto il nostro rapporto con la morte. Questo ha a che fare con un modo di pensare e di rapportarsi con la vita: ogni giorno possiamo superare una tale paura quando, con il nostro comportamento concreto, vogliamo essere più vita che morte per noi e per gli altri, per la famiglia e per la società”.