“Ricorrono oggi i 50 anni dall’approvazione dell’Ordinamento penitenziario (legge 354 del 26 luglio 1975), una riforma di portata storica che ha posto le basi per un sistema penale ispirato ai principi costituzionali di umanità della pena, risocializzazione del condannato e tutela dei diritti fondamentali delle persone private della libertà”. Lo ricorda in una nota il Coordinamento enti e associazioni di volontariato penitenziario – Seac Odv.
“Già lo scorso novembre, in occasione del 55° convegno nazionale, il Seac – Coordinamento enti e associazioni di volontariato penitenziario aveva voluto sottolineare il valore di questo anniversario, ribadendo l’urgenza di dare piena attuazione ai principi della riforma e promuovere una riflessione ampia e condivisa sul senso della pena, sulle condizioni attuali della detenzione e sul contributo della società civile”, prosegue la nota.
A cinquant’anni dalla sua approvazione, “quell’impianto normativo continua a costituire un punto di riferimento essenziale per ogni analisi giuridica, politica e culturale sulla funzione della pena e sul ruolo del carcere nella società contemporanea”, sostiene il Seac, secondo cui “le sfide che attraversano oggi il sistema penitenziario – il sovraffollamento, la carenza di personale, l’altissimo numero di suicidi, il crescente disagio psichico tra le persone detenute, la scarsità di risorse, le criticità sanitarie, ecc. – richiedono risposte profonde e una visione lungimirante, capace di restituire nuova luce ai principi e agli obiettivi che avevano ispirato la legge del 1975”.
Il Seac conclude: “Questo cinquantenario rappresenta un’occasione preziosa per rinnovare un impegno condiviso, civile e istituzionale, verso una giustizia fedele alla Costituzione, capace di riconoscere la fragilità, promuovere percorsi di responsabilizzazione e offrire concrete opportunità di cambiamento e reinserimento”.