
“Lo abbiamo conosciuto come un vero missionario. Ora preghiamo perché continui a esserlo per tutta la Chiesa, come Pastore universale”. Con queste parole affidate al Sir, Ivan Zico Segundo Herrera Geldres, ex alunno di Robert Francis Prevost, oggi Papa Leone XIV, saluta con emozione e gratitudine l’inizio del nuovo Pontificato. Herrera Geldres ricorda bene gli anni trascorsi al collegio San Agustín, dove l’allora padre Prevost era insegnante e guida spirituale. Ma più ancora, conserva nel cuore le esperienze vissute al fianco del missionario agostiniano nel nord del Perù, tra Chulucanas e Trujillo, in quelle terre segnate dalla povertà e dalla scarsità di sacerdoti. “Non era un uomo da ‘ufficio’ – racconta Herrera Geldres -. Aveva scelto la strada della missione, preferiva stare tra la gente, ascoltare le loro storie, condividere le loro fatiche. Con lui abbiamo imparato cosa significa davvero servire: non dall’alto, ma a fianco, camminando insieme”. Per Herrera Geldres, quell’approccio semplice e diretto rappresenta l’essenza del carisma agostiniano che Prevost ha incarnato e che oggi spera continui a vivere anche nei gesti del Pontefice. “Papa Leone XIV conosce il volto della povertà, sa cosa vuol dire stare nelle periferie dell’anima e della società. Per questo, ci auguriamo che il suo servizio alla Chiesa sia quello di un pastore che non si dimentica mai della strada, dei piccoli, degli invisibili”. Oltre agli auguri, c’è anche una speranza profonda: che il “suo” Papa mantenga quella capacità di dialogo e quella concretezza che lo hanno reso un punto di riferimento nel Perù. “Lui non parlava di speranza: la costruiva, giorno dopo giorno, con progetti sociali, scuole, incontri. Oggi ha una missione ancora più grande. Ma so che resterà fedele a quello stile umile e forte che lo ha sempre contraddistinto”. Herrera Geldres conclude il suo pensiero con un sorriso: “Chi ha camminato con lui tra le case di Morropón sa che porterà anche a Roma il profumo della missione. E questo, per noi, è il dono più grande”.