Natale: Casa della carità, a Milano un presepe per non distogliere lo sguardo dall’infanzia ferita

(Foto Casa della Carità)

“Un’infanzia ferita che interpella ciascuno”. È il messaggio che la Casa della carità affida al presepe 2025, inaugurato ieri nella sede di via Francesco Brambilla 10 a Milano e visitabile fino al 7 gennaio 2026. L’allestimento, come da tradizione della Fondazione, lega la scena della Natività alle ferite del presente, richiamandosi quest’anno al racconto evangelico della strage degli innocenti (Mt 2,16-18). La scelta nasce dalle immagini dei bambini di Gaza, “volti di un’infanzia negata” – spiegano dalla Casa – segnati da bombardamenti, fame e perdita della famiglia. Ma l’attenzione non si ferma alla Striscia: l’opera richiama le guerre dimenticate come quella in Sudan, il fenomeno delle spose bambine, lo sfruttamento minorile e le deportazioni di minori e famiglie prive di documenti. Realtà diverse che, osserva la Fondazione, “rendono il tempo di Erode ancora vivo”. Al centro del presepe, una figura umana regge Gesù Bambino, segno di speranza e promessa di vita. Il volto è sostituito da uno specchio, pensato per coinvolgere il visitatore in prima persona. “Sta a ciascuno scegliere se rimanere spettatore o farsi custode di quest’infanzia ferita”, afferma Iole Romano, operatrice della Casa e ideatrice dell’allestimento. Il presepe è accessibile ogni giorno dalle ore 9 alle ore 20 attraverso l’ingresso principale della Casa della carità.

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