L’arcivescovo di Armagh e Primate di tutta l’Irlanda, mons. Eamon Martin, ha incoraggiato le persone a essere segni di pace gli uni per gli altri e per il mondo nel corso del 2026. L’arcivescovo ha fatto eco alle parole di Papa Leone XIV che, nel suo messaggio del 1° gennaio per la 59ª Giornata Mondiale della Pace, invoca una pace “disarmata e disarmante” e ha parlato dell’usanza di scambiarsi un segno di pace poco prima della Santa Comunione durante la Messa, solitamente sotto forma di una stretta di mano, un inchino o un altro gesto. Il primate ha affermato: “La Chiesa interpreta questa azione come un’espressione di profondo impegno nel vivere la Pace del nostro Signore Gesù Cristo. Condividendo le Sue parole, ‘La pace sia con voi’, con le persone accanto a noi, ci impegniamo a diffondere la pace di Cristo nella nostra vita quotidiana – attraverso i nostri pensieri, parole e azioni e nelle nostre numerose interazioni con gli altri – a casa, sul posto di lavoro, a scuola e negli incontri sociali. Vi esorto a prendere in considerazione l’idea di prendere come proposito per il nuovo anno di essere un segno di pace ovunque andiate quest’anno”. Mons. Martin ha espresso preoccupazione per la violenza presente spesso sui social media dove anche persone di fede sembrano “armate fino ai denti”. Ed ha poi osservato: “Purtroppo, è diventato sempre più comune trascinare il linguaggio della fede nelle battaglie politiche, benedire il nazionalismo e giustificare la violenza e la lotta armata in nome della religione. I credenti devono confutare attivamente, soprattutto con la testimonianza della loro vita, queste forme di blasfemia che profanano il santo nome di Dio”. L’Arcivescovo Martin ha concluso: “Fratelli e sorelle, con l’inizio del nuovo anno 2026, la sfida di annunciare e vivere il messaggio di pace rimane più importante che mai. Il mio augurio in questa Giornata Mondiale della Pace è che i cristiani di tutto il mondo, che si scambiano regolarmente il Segno della Pace di Cristo, siano ambasciatori attivi di pace nella Chiesa e nel mondo, a partire dalle proprie case, famiglie, luoghi di lavoro e quartieri. In questo modo il Segno della Pace eviterà di diventare un gesto vuoto o privo di significato, ma sarà piuttosto un impulso e un motore verso la riconciliazione e la costruzione della pace”.