Papa in Libano: messa a Beirut, “non scoraggiarci, non cedere alla logica della violenza e all’idolatria del denaro, non rassegnarci dinanzi al male”

“Avere occhi per riconoscere la piccolezza del germoglio che spunta e cresce pur dentro avvenimenti dolorosi”. È l’invito del Papa, che anche in Libano, come in Turchia, ha elogiato la forza della piccolezza, capace di irradiare speranza. “Piccole luci che risplendono nella notte, piccoli virgulti che spuntano, piccoli semi piantati nell’arido giardino di questo tempo storico possiamo vederli anche noi, anche qui, anche oggi”, ha assicurato: “Penso alla vostra fede semplice e genuina, radicata nelle vostre famiglie e alimentata dalle scuole cristiane; penso al lavoro costante delle parrocchie, delle congregazioni e dei movimenti per andare incontro alle domande e alle necessità della gente; penso ai tanti sacerdoti e religiosi che si spendono nella loro missione in mezzo a molteplici difficoltà; penso ai laici come voi impegnati nel campo della carità e nella promozione del Vangelo nella società. Per queste luci che faticosamente cercano di illuminare il buio della notte, per questi germogli piccoli e invisibili che aprono però la speranza nel futuro, oggi dobbiamo dire come Gesù: ‘ti rendiamo lode, o Padre!’. Ti ringraziamo perché sei con noi e non ci lasci vacillare”. Allo stesso tempo, però, “questa gratitudine non deve rimanere una consolazione intimistica e illusoria”: “Deve portarci alla trasformazione del cuore, alla conversione della vita, a considerare che è proprio nella luce della fede, nella promessa della speranza e nella gioia della carità che Dio ha pensato la nostra vita”. “Tutti noi siamo chiamati a coltivare questi virgulti, a non scoraggiarci, a non cedere alla logica della violenza e all’idolatria del denaro, a non rassegnarci dinanzi al male che dilaga”, l’appello.

 

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