Papa in Libano: all’ospedale “De la croix”, “non possiamo dimenticarci dei più fragili”

“Siete nel mio cuore e nelle mie preghiere”. E’ il saluto del Papa agli operatori e gli assistiti dell’ospedale “De La Croix” a Jal el Dib, primo appuntamento del terzo e ultimo giorno del Papa in Libano. “Questo ospedale è stato fondato dal Beato Padre Jacques, instancabile apostolo della carità di cui ricordiamo la santità della vita, che si è manifestata in particolare nell’amore per i più poveri e sofferenti”, ha detto Leone XIV, ringraziando le Suore Francescane della Croce che “continuano la sua opera e svolgono un prezioso servizio”, svolgendo la loro missione “con gioia e dedizione”. “La vostra presenza competente e premurosa e la cura degli ammalati sono un segno tangibile dell’amore compassionevole di Cristo”, il ringraziamento al personale: “Siete come il buon samaritano, che si ferma presso chi è ferito e se ne prende cura per sollevarlo e guarirlo”. “A volte può sopraggiungere la stanchezza o lo scoraggiamento, soprattutto per le condizioni non sempre favorevoli in cui vi trovate a lavorare” ha ammesso il Papa: “vi incoraggio a non perdere la gioia di questa missione e, nonostante qualche difficoltà, vi invito ad avere sempre davanti a voi il bene che avete possibilità di realizzare. È una grande opera agli occhi di Dio!”. “Quanto si vive in questo luogo è un monito per tutti, per la vostra terra ma anche per l’intera umanità: non possiamo dimenticarci dei più fragili, non possiamo immaginare una società che corre a tutta velocità aggrappandosi ai falsi miti del benessere, ignorando tante situazioni di povertà e di fragilità”, l’appello del Pontefice: “In particolare noi cristiani, che siamo la Chiesa del Signore Gesù, siamo chiamati a prenderci cura dei poveri: il Vangelo stesso ce lo chiede”. Al termine dell’incontro, il Papa ha visitato uno dei padiglioni dell’ospedale, al riparo dalle telecamere, intrattenendosi in particolare con gli ospiti più piccoli.

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