Ecumenismo: De Marco (teologa), “la cancellazione delle scomuniche non è un semplice atto diplomatico”

(Foto Malavasi)

“La sapienza dei Padri ci porta a sollevare lo sguardo verso l’alto, al disopra della polvere della storia e delle fragilità umane”. Così la teologa Viviana De Marco ha introdotto oggi a Venezia il suo intervento per il 60° anniversario dell’abolizione delle scomuniche tra Roma e Costantinopoli. Ripercorrendo la prospettiva trinitaria del Vaticano II, ha ricordato che l’unità “non è solo una meta da ricercare nel cammino della Chiesa, ma innanzitutto un mistero da contemplare nella SS Trinità” e che l’ecumenismo è suscitato dallo Spirito. Ha richiamato lo storico incontro del 1965, quando Paolo VI e Atenagora “cancellano le scomuniche insieme a 900 anni di diffidenza”, spiegando che non si trattò “di un semplice atto diplomatico, né solo di un atto di revisione storica”, ma “di un’esperienza di reciprocità e misericordia”. De Marco ha ricordato che il dialogo non è “un confronto teorico tra tesi diverse nella modalità del sic et non”, ma un cammino “guidato dall’amore per l’Eucaristia”, dove “la grande Tradizione liturgica e teologica della Chiesa greca diventa così per la Chiesa latina un tesoro immenso”. Quindi ha citato i documenti di Monaco, Creta e Bari e la comune consapevolezza che “l’Eucaristia costituisce il criterio del funzionamento della vita ecclesiale nella sua totalità”. Guardando al presente, De Marco ha parlato di un “silenzio della speranza”, una pausa che invita al discernimento e alla fiducia nell’azione dello Spirito, chiedendo un ecumenismo “di popolo” capace di condividere le sfide del tempo.

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