Camaldoli: Di Bella (giornalista), “la fase ascendente di Trump si è interrotta”. Guardare alla Cina per capire il Medio Oriente

(dall’inviato a Camaldoli) “Ci sono campanelli dall’allarme: la fase ascendente di Trump si è interrotta”. Il giornalista e saggista Antonio Di Bella si è intrattenuto con un botta-e-risposta assieme ai partecipanti al convegno de Il Regno in corso a Camaldoli. Dopo una introduzione su “La logica della forza come arretramento della politica. Possiamo sopravvivere a Trump?”, sono seguite varie domande dal pubblico che hanno sollecitato l’oratore, in videoconferenza. “Trump non è un’eccezione rispetto ai suoi predecessori”, ha detto Di Bella citando le minacce di annessione al Canada e l’imposizione di dazi ai partner commerciali. “Sono cose già viste in passato. Così come non dobbiamo equivocare sul fatto che gli Usa siano il Paese dell’accoglienza e dell’integrazione. Come in passato torna il rischio razzismo” e l’avversione verso gli stranieri (come in passato, ad esempio, verso irlandesi e italiani). Secondo il giornalista “è in atto una fase nuova”: ne sarebbero una riprova la vittoria di due donne democratiche alle recenti elezioni in Virginia e New Jersey e lo scontro sotterraneo con l’Alta Corte. Nel frattempo “vengono meno alcune promesse concrete. Il costo della vita è cresciuto negli Stati Uniti e questo pesa sui consumatori”.
Di Bella si è poi brevemente soffermato sui rapporti fra Amministrazione Trump e comunità cattolica, “in genere conservatrice, che ha votato per Trump”. Alcuni interventi che pesano “sui più deboli, a cominciare dagli immigrati” turba i cattolici e anche altre confessioni religiose.
Le elezioni di metà mandato “bocceranno” Trump? “Probabilmente sì – dice Di Bella –, come accade in genere” con il voto Midterm. C’è un pericolo per la democrazia statunitense? “Direi di sì, ma ci sono forti anticorpi”.
Trump “ha fatto fare un passo indietro sul multilateralismo. Attacca Onu, Ue, Nato, preferisce il dialogo diretto con Putin e Orban. Assume posizioni preoccupanti sul nucleare, prospetta un disimpegno in Europa”; ha ribattezzato il ministero della Guerra, “ha esaltato i bombardamenti israeliani sull’Iran”. “Nella piattaforma Maga si imponeva un disimpegno” dai diversi fronti del mondo, “ma tutto questo cade in contraddizione. Trump ha imposto la pace in Medio Oriente, l’America vuol bombardare la Nigeria e il Venezuela, manda portaerei massicce nel Mar della Cina per difendere Taiwan. È un ‘imperialismo riluttante’ trascinato in vari scenari”, e mostrando l’unica forza di cui dispone “superiore a tutti gli altri, che è la forza militare”.
“La politica di Netanyahu costituisce ora un imbarazzo anche per Trump”, ostacolando il processo di pace. Secondo il giornalista, il presidente Usa auspica la caduta di Netanyahu in modo da “cauterizzare la ferita di Gaza”, nella speranza di stabilizzare la situazione in Medio Oriente, comprendendo anche i Paesi arabi e la Turchia, “in chiave anti cinese”. “Un processo più facile da dire che da realizzare, questo, ma che va nella direzione di ‘guardare alla Cina per capire il Medio Oriente’”.

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