“Noi come Chiesa abbiamo commesso errori strutturali. E li ammettiamo. Non c’è stata alcuna cattiva intenzione, ma sono avvenuti. Ora si tratta di imparare da queste mancanze e assumersi le proprie responsabilità. Il nostro obiettivo rimane rendere giustizia alle vittime e garantire protezione per tutti”. Lo ha affermato il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, chiudendo il convegno “Il coraggio di agire” sul caso del progettato e poi revocato trasferimento di don Giorgio Carli. La diocesi ha presentato la sintesi dell’analisi indipendente affidata all’avvocato Ulrich Wastl, che parla di un “fallimento complessivo multicausale e sistemico” e indica come “errore capitale” il fatto che “la prospettiva delle persone offese è stata completamente esclusa; non vi è stata alcuna partecipazione istituzionalizzata e indipendente di queste persone”. Aprendo i lavori, il referente del Servizio diocesano tutela minori Gottfried Ugolini ha sottolineato che “abbiamo tutti bisogno, comprese le persone colpite, di un cambiamento culturale strutturale che porti a modificare un atteggiamento basato sulla responsabilità personale: verso una comunità ecclesiale e sociale più umana, più cristiana, più socialmente giusta e solidale”. Per mons. Muser, “se vogliamo rimanere credibili, dobbiamo cambiare quei comportamenti che favoriscono l’abuso di potere e impediscono la partecipazione. Sinodalità e prevenzione vanno di pari passo”.