Stellantis: mons. Fanelli (Melfi) al sit-in dei lavoratori dell’indotto, indispensabile una convergenza autentica tra realtà coinvolte per disinnescare una vera e propria bomba sociale

È indispensabile che sindacati, istituzioni e rappresentanze territoriali trovino una convergenza autentica, capace di andare oltre le dichiarazioni di principio e di tradursi in impegni concreti e condivisi. Solo un passo corale che unisca tutte le energie del territorio può offrire ai lavoratori quella stabilità e quelle garanzie che oggi mancano, e disinnescare una vera e propria bomba sociale che si addensa all’orizzonte. Ne è convinto il vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, mons. Ciro Fanelli, che ieri, insieme a rappresentanti degli Uffici di Curia, su richiesta dei lavoratori degli indotti Stellantis Pmc e Tiberina, si è recato presso i loro sit-in per ascoltare da vicino un disagio che è ormai diventato insostenibile.
In un comunicato diffuso oggi dalla diocesi, viene sottolineato che il presule ha scelto di rivolgersi alla comunità in un momento che ha definito senza esitazione un terremoto sociale, non sono le case a crollare, ma le persone: affetti, famiglie, storie di dignità ferita. È un dolore che attraversa il territorio e che non può lasciare inerti o indifferenti. Egli ha ribadito di essere con i lavoratori e per i lavoratori: non vi è altro interesse che il bene delle persone. È stata sottolineata la necessità che una voce autorevole della politica nazionale faccia finalmente sentire la propria presenza, rendendo necessario che tutte le parti coinvolte, inclusa Stellantis, si siedano a un unico tavolo che abbracci l’intero comparto produttivo: non momenti di confronto isolati, non soluzioni parziali, ma un dialogo serio, unitario e complessivo capace di tenere insieme tutte le realtà dell’indotto.
Nel ricordare che non compete alla Chiesa individuare soluzioni tecniche a questioni che nel tempo sono divenute complesse e radicate, il vescovo ha evidenziato che è indispensabile un impegno unitario, concreto e realmente condiviso, capace di rimettere al centro la dignità delle persone e di aprire prospettive di futuro per i territori colpiti. Solo un’azione corale, ha sottolineato, può interrompere il circolo dell’incertezza e restituire fiducia a comunità già provate da anni di fragilità. Mons. Fanelli ha rinnovato il suo impegno a restare accanto ai lavoratori, perché in un momento tanto delicato nessuno si senta abbandonato o privo di sostegno.

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