Monogamia: De Simone (teologa), “non è arcaismo ma profezia”

“È come un canto del cuore”. Lo ha detto Giuseppina De Simone, teologa della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – Sezione San Luigi, presentando alla Sala Stampa della Santa Sede la nota “Una caro. Elogio della monogamia” del Dicastero per la dottrina della fede. La docente ha sottolineato che la chiave del testo sta nel termine “elogio”, perché “elogiare è cantare le lodi, cantare ciò che merita di essere lodato e che è motivo di gioia”. Richiamando Agostino e l’immagine del “cantare nel giubilo”, De Simone ha spiegato che il documento “attraversa la Scrittura, il magistero, la riflessione teologica, ma anche la letteratura e la poesia per dire ciò che non è dicibile”. La monogamia viene descritta come una visione che nasce dalla vita concreta: “La bellezza di essere una sola carne, noi due per amare il mondo”. Non si tratta, ha osservato, di un modello ideale irraggiungibile, ma di un dono: “un dono da imparare a riconoscere e ad accogliere”, in cui “l’educazione alla monogamia non costituisce una costrizione morale, ma un’iniziazione alla grandezza di un amore che trascende l’immediatezza”. De Simone ha insistito sulla reciprocità: “l’appartenenza reciproca è il primo significato dell’amore sponsale”, un’appartenenza che non diventa dominio perché “il vero amore conosce la dimensione sacra dell’altro”. Per questo, ha concluso, “la monogamia non è arcaismo, ma profezia”, capace di rivelare come l’amore umano, vissuto nella sua pienezza, anticipi il mistero stesso di Dio e possa essere “un amore che si può vivere e con la vita cantare, cantare nel giubilo”.

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