Morti sul lavoro: Mlac e Anmil, presentato il libro “Operaicidio”, “è una guerra vera e propria”

(Foto Sir/Giannese)

“Una media di tre morti al giorno sul lavoro è una guerra vera e propria”: così il giornalista di “La Repubblica” Marco Patucchi ha aperto l’incontro che si è svolto ieri sera a Condove, (Torino), dove il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica (Mlac) di Torino, insieme all’Associazione nazionale mutilati e invalidi sul Lavoro (Anmil), con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino, ha organizzato un evento per sensibilizzare al tema della sicurezza sul lavoro. L’iniziativa ha visto la partecipazione del magistrato della Corte di cassazione, Bruno Giordano, che insieme a Patucchi, sono gli autori del libro “Operaicidio”. La serata è stata moderata dalla giornalista Federica Bello, direttrice del settimanale piemontese “La Valsusa” e redattrice del settimanale diocesano “La Voce e Il Tempo”. L’incontro fa parte del percorso “Alberi della Sicurezza”, un progetto pensato dall’artista Francesco Sbolzani e sostenuto da Mlac e Anmil. Un’iniziativa che ogni anno, nel periodo natalizio, vuole sensibilizzare sulle morti sul lavoro. Giordano, partendo dal neologismo da lui coniato e che ha dato il titolo al libro, ha spiegato che “Operaicidio è un termine che vuole essere una provocazione; il libro è frutto del lavoro fatto insieme da un giornalista e un magistrato e nasce dalla volontà di mettere nero su bianco tutto quello che spesso non viene detto. Abbiamo parlato di proposte e responsabilità ma soprattutto indagato la dimensione umana che troppo spesso viene liquidata con qualche riga nella cronaca”. Giordano e Patucchi sono partiti dai dati concreti: “i numeri che ci vengono forniti in Italia, pur essendo veri, non riflettono appieno la gravità della situazione perché molte tragedie non vengono segnalate e denunciate, il numero aumenta in modo esponenziale a causa del lavoro nero”. Gli autori hanno approfondito la gravità degli infortuni sul lavoro in Italia, mettendo in luce le cause sistemiche e la carenza di controlli adeguati. Il magistrato si è poi concentrato sulla Costituzione: “Non dobbiamo dimenticare che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, che deve essere inteso come un valore e che deve contribuire a una vita libera e dignitosa sia per il lavoratore sia per la sua famiglia”. Un altro tema centrale del dibattito è stato quello delle storie dei lavoratori, spesso ignorate dalla cronaca. “Le morti sul lavoro sono come un meteorite che colpisce una casa, ma nessuno racconta cosa succede ai familiari delle vittime”, ha dichiarato Patucchi. Le storie raccontate nel libro sono quelle degli ‘invisibili’, lavoratori poveri, migranti, anziani e giovani sfruttati in stage non retribuiti, spesso vittime del sistema di lavoro precario e del caporalato.

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