Si è chiuso a Baghdad il Sinodo della Chiesa caldea cui hanno partecipato venti vescovi provenienti dall’Oriente e dalla diaspora guidati dal Patriarca, card. Louis Raphael Sako. Nel comunicato finale, pervenuto al Sir, i vescovi auspicano la formazione di un governo nazionale che, dopo le elezioni dell’11 novembre scorso, si assuma la responsabilità di “costruire l’unità e la sovranità dell’Iraq; rafforzare il concetto di cittadinanza; raggiungere la pace e la stabilità; far rispettare la legge, la giustizia e l’uguaglianza; e fornire servizi pubblici per garantire una vita dignitosa a tutti i cittadini”. Non meno importante il richiamo alla “sofferenza dei cristiani affrontata negli ultimi decenni”. I vescovi parlano di “negazione dei diritti; emarginazione; sequestro di proprietà”. Da qui la richiesta al governo “a garantire loro giustizia e uguaglianza attraverso misure concrete. Nel complesso, trattando i cristiani come cittadini a pieno titolo nella rappresentanza e nell’impiego così che la nazione possa trarne beneficio”. Il sinodo caldeo esprime anche “preoccupazione per i conflitti internazionali e le guerre nella regione, condanna la violenza in tutte le sue forme e invita la comunità internazionale a salvaguardare la pace, l’umanità e il patrimonio culturale”. Ribaditi, nel documento finale, i principi fondamentali della “sinodalità, elemento centrale del patrimonio della Chiesa caldea, della liturgia da adattare ai cambiamenti culturali preservandone l’autenticità e l’identità”. Circa il dialogo ecumenico, il Sinodo caldeo ribadisce l’importanza del dialogo con le Chiese sorelle, caratterizzato da apertura, ascolto, cooperazione e rispetto per la diversità”. Sul piano interno, il Sinodo ha deciso che andranno “presentate relazioni sulle diocesi, in particolare sulle attività pastorali, culturali e finanziarie. Vanno sostenute le istituzioni patriarcali come il Seminario, il Babel College e gli istituti educativi, con particolare attenzione alla formazione sacerdotale e all’approfondimento dell’educazione cristiana in mezzo alle sfide dei social media”. Ribadito l’impegno a “proteggere bambini e adulti da molestie o abusi”. Tra le altre decisioni quelle di proseguire la causa di beatificazione dei martiri e dei santi caldei, di rafforzare il ruolo della Chiesa caldea nel dialogo con l’Islam, di preservare il patrimonio caldeo, i siti archeologici e i manoscritti, con la possibilità di istituire un centro o un museo caldeo, di istituire un fondo di solidarietà caldeo, selezionare nuovi vescovi per le diocesi caldee vacanti”.