Ex Ilva: i vescovi di Genova e Tortona, “fermare la produzione nei siti del Nord di Acciaierie d’Italia pregiudica il futuro, non c’è logica industriale”

A seguito della recente ipotesi del governo di fermare la produzione nei siti del Nord di Acciaierie d’Italia, che a Genova ha innescato immediatamente le proteste dei lavoratori, mons. Marco Tasca, vescovo di Genova e mons. Guido Marini, vescovo di Tortona, hanno diffuso un comunicato congiunto chiedendo un ripensamento. “Apprendiamo con grande sorpresa l’ipotesi ventilata il 18 novembre u.s. dal governo ai sindacati di fermare la produzione nei siti del Nord di Acciaierie d’Italia. Andare in questa direzione pregiudica il futuro e non sembra avere una logica industriale”.
È quanto si legge nel testo diffuso oggi dall’ufficio comunicazioni sociali della diocesi del capoluogo ligure. I vescovi affermano inoltre che “le migliaia di famiglie su cui questa decisione avrà impatto richiedono la nostra attenzione” e che “l’inevitabile mancato rispetto dei contratti in essere avrà conseguenze economiche e di immagine e comprometterà le possibilità di vendita dell’azienda”. Per questo, concludono, “riteniamo necessario un ripensamento e l’inserimento delle future decisioni in un contesto di piano industriale nazionale credibile”. All’inizio del comunicato hanno ricordato le parole di Papa Leone XIV ai partecipanti al Giubileo del mondo del lavoro e ripreso quanto da loro affermato nel comunicato congiunto del 7 luglio scorso: “La vicinanza e la presenza costante in questi ambienti di lavoro ci hanno permesso di capire che non sussistono motivazioni per un depotenziamento dei due siti e per prolungare l’incertezza nella quale da molto tempo vivono i lavoratori. Gli impianti presenti, infatti, rimangono concorrenziali e le produzioni, anche per la loro indiscussa qualità, hanno mercato”.

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