“La povertà è cambiata, è più complessa e strutturale. Per questo occorrono politiche adeguate, attente alla dignità delle persone e capaci di leggere i bisogni in continuo mutamento”. Lo ha afferma mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, presidente di Caritas Italiana e arcivescovo di Gorizia, in un messaggio video che sarà pubblicato sul sito di Caritas italiana in occasione della presentazione oggi a Roma, all’Università Lumsa, dell’VIII Rapporto di monitoraggio Caritas sulle politiche contro la povertà. Nel suo intervento mons. Redaelli ha ripercorso i dieci anni di impegno della Caritas nella lettura critica e costruttiva del welfare nazionale, sottolineando la funzione di “osservatore vigile e propositivo” esercitata dall’organismo pastorale della Cei. “Non vogliamo costruire un welfare parallelo”, ha ribadito, “ma concorrere in spirito di sussidiarietà alla definizione di risposte efficaci e giuste”. Al centro del Rapporto 2025 l’impatto delle nuove misure di contrasto alla povertà – Assegno di inclusione e Supporto per formazione e lavoro – a un anno e mezzo dalla loro introduzione. Il documento offre una lettura integrata tra dati, analisi e testimonianze dai territori, mettendo in luce criticità, esclusioni e opportunità. “Il nostro compito – ha aggiunto mons. Redaelli – è contribuire a costruire alternative possibili, sostenere le istituzioni nel miglioramento delle politiche e dare voce a chi spesso non ha voce. Contrastare la povertà è un impegno di corresponsabilità”. Per i soggetti sociali, ha puntualizzato, “il contrasto alla povertà è un terreno di co-costruzione adeguata di risposte utili, considerando che le organizzazioni sociali devono muoversi in una prospettiva di sussidiarietà, ovvero di complemento e supporto rispetto alle politiche pubbliche nazionali e locali. Altrimenti il rischio è la costruzione di un sistema di welfare parallelo che si sostituisce o si sovrappone al pubblico”. Il Rapporto – ha proseguito – non si limita a registrare dati, ma “pone domande scomode, apre spazi di riflessione e indica orizzonti di speranza e giustizia, fedeli alla missione della Caritas: mettere sempre al centro la persona”.