“Per noi la misura universale è ciò che l’Europa chiede e ciò che noi auspichiamo. C’è un cambio culturale grosso che deve fare il nostro Paese. Noi siamo disponibili a pensare insieme al governo strumenti efficaci per la lotta alla povertà”: lo ha detto oggi a Roma don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, a conclusione della presentazione dell’ottavo Rapporto di monitoraggio sulle politiche contro la povertà. “Il monitoraggio – ha proseguito don Pagniello – è un servizio al Paese e ai poveri. A noi interessa la promozione umana e i diritti dei poveri. Non abbiamo mai voluto vedere solo la povertà ma soprattutto le risorse, non accontentandoci dell’assistenzialismo”. Riguardo alla nuova misura dell’Assegno di inclusione – di fatto bocciata dal Rapporto – il direttore di Caritas italiana ha auspicato che “sia ancora un cantiere aperto, anche se i nostri dati ci dicono che ancora tanti poveri ne sono esclusi”. A nome delle 220 Caritas diocesane in Italia ha affermato: “Noi continuiamo ad essere una sorta di paracadute per le persone che si rivolgono a noi, anche se a volte sembra che non riusciamo a chiudere il cerchio. Vorremmo liberarle dalla povertà e provare a raggiungere gli ultimi”. Don Pagniello ha chiesto “attenzione” perché l’Assegno di inclusione “lascia fuori le persone senza dimora, i cinquantenni che sono fuori dal mercato del lavoro, chi ha redditi bassi ma non ha figlie e le famiglie numerose. C’è ancora tanto da fare. Noi siamo a disposizione”. Nell’intervento precedente Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle politiche sociali, aveva illustrato le iniziative governative e ricordato alcune cifre dell’Assegno di inclusione: “Dall’inizio abbiamo raggiunto 2,1 milioni di beneficiari, pari ad una cifra di 669 euro di importo medio mensile. Ora il governo ha stanziato 14,5 milioni di euro per il Fascicolo sociale e lavorativo elettronico del cittadino, che contiamo di ultimare entro giugno 2026, per avere dati utili a contrastare la povertà”.