“Italiani coraggiosi, pellegrini della speranza. Avete scelto di attraversare la porta santa a Kharkiv. Siete un segno di fede e coraggio. Siete per noi un segno di speranza”. Con queste parole il vescovo dell’Esarcato greco-cattolico di Kharkiv, mons. Vasyl Tuchapets, ha accolto questa mattina nella cattedrale greco-cattolica della città i 110 attivisti italiani del Mean giunti per attraversare la porta santa e vivere, nel cuore di una terra martoriata dalla guerra, il Giubileo della speranza. Nella cattedrale si è svolta una celebrazione giubilare durante la quale si sono levate preghiere e invocazioni di pace per l’Ucraina e per il mondo intero, per i soldati difensori, i feriti, per coloro che sono nella prova del conflitto e per chi ha perso amici e familiari. “In questo momento tragico della nostra storia – ha raccontato il vescovo – la Chiesa è rimasta vicina a coloro che soffrono e sta facendo tutto il possibile perché possano ricevere tutti gli aiuti che servono. È il segno di una Chiesa che non lascia nessuno indietro e abbraccia tutti, che asciuga le lacrime e cura le ferite”. Fin dallo scoppio della guerra la gente ha trovato in questa cattedrale un rifugio e un luogo caldo e sicuro. Attorno all’edificio sono state allestite tende per la distribuzione degli aiuti: alimenti, prodotti per l’igiene, medicinali e vestiti. Ogni giovedì si svolge la distribuzione e si mettono in fila circa 2.000 persone; ieri, nonostante la pioggia, ne sono passate 1.600. In questi ultimi giorni di combattimenti intensi sono arrivate numerose persone sfollate da Kupyansk e in totale si contano a Kharkiv 300mila evacuati dalle regioni vicine al fronte. Il vescovo ha ringraziato per gli aiuti giunti da tutta Europa e in particolare dall’Italia, esprimendo speciale gratitudine al card. Konrad Krajewski grazie al quale sono arrivati gli aiuti di Papa Francesco. “Milioni di persone hanno lasciato la loro casa – ha detto ancora il vescovo –. Sono morte migliaia di persone, non solo militari ma anche civili, donne e bambini. Ogni giorno muoiono persone e vengono distrutte città e villaggi. Tutti sognano che questa guerra finisca presto. La fede ci aiuti a rimanere saldi in questi tempi duri. Quando gli strumenti umani possono fare veramente poco per fermare questa tragedia, solo la fede è nostra forza e nostro aiuto. Ci aiuta a sopravvivere anche nelle circostanze della guerra”. Rivolgendosi infine agli italiani presenti, mons. Tuchapets ha detto: “Il mio appello è di non essere mai indifferenti”.