“Il miglior modo per commemorare le vittime dell’immigrazione è fare di tutto per salvare le vite di chi arriva, accogliendo le persone nei modi possibili e soprattutto avviandole a un futuro dignitoso”. Così il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, in occasione della Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza che si celebra oggi. “Come evidenziato in particolare in uno degli articoli del numero del mensile Migranti Press dedicato alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2025 – aggiunge – l’attenzione mediatica su Lampedusa e sugli ‘sbarchi’ ha sostenuto la narrazione di un ‘loro’ contrapposto a un ‘noi’, suggerendo aspirazioni divergenti e interessi contrapposti, che non possiamo accettare né alimentare”. Nell’editoriale del giornale il sacerdote aveva scritto che nel suo Messaggio per la Gmmr, “Leone XIV evoca una missio migrantium, – la ‘missione realizzata dai migranti, per la quale devono essere assicurate un’adeguata preparazione e un sostegno continuo frutto di un’efficace cooperazione interecclesiale’. Il Papa sembra volerci dire che è proprio questa, oggi, la prima forma di testimonianza evangelica di speranza da contemplare, accanto, certamente, a quella delle comunità che li accolgono. Sono migranti e rifugiati i primi missionari della speranza in questo tempo in cui il cielo appare chiuso! Una sottolineatura che mi fa vedere meglio che spesso diamo molto – troppo? – più spazio a quello che facciamo e diciamo noi per loro, invece che direttamente alla voce, alla testimonianza e allo sguardo sulla realtà dei migranti e dei rifugiati, anche nelle nostre comunità”.