Intelligenza artificiale e famiglia con al centro sempre l’Uomo. Questi i temi su cui la Chiesa di Lamezia Terme ha riflettuto e si è confrontata nella due giorni dell’Assemblea diocesana con la quale è stato dato ufficialmente il via al nuovo Anno Pastorale. “La linea conduttrice di queste due giornate – ha detto il vescovo mons. Serafino Parisi – come del resto un po’ l’impostazione di tutto l’anno pastorale, è quello dello sguardo e dell’attenzione all’uomo, all’humanum”. Per il presule attualmente “il grande problema è quello dell’idea, della visione di uomo che oggi sta passando e che noi stiamo in un certo senso anche trasmettendo agli altri per cui dobbiamo recuperare le componenti dell’humanum”. Ed in questo contesto, diventa importante non perdere di vista che, mentre da un lato l’intelligenza artificiale, che mons. Parisi definisce “una grande sfida”, aggiunge qualcosa alla nostra quotidianità, agevolandoci, dall’altra rischia di privarci della nostra “creatività, del pensiero, della generatività delle idee, della interpersonalità che, chiaramente, da una macchina non si può attendere”. L’altro aspetto su cui la Chiesa lametina insisterà quest’anno sarà quello della “famiglia in tutte le sue componenti, intrafamiliari ed interfamiliari – ha proseguito il presule – ma anche intragenerazionali e intergenerazionali. Quindi, dobbiamo cercare di lavorare sulle relazioni e sul recupero, che possiamo e dobbiamo operare, proprio per il passaggio di una tradizione, di un patrimonio tradizionale che ci appartiene e del quale, anche se con sguardo critico, siamo anche fieri orgogliosi e dobbiamo comunicarlo agli altri”. Un momento di riflessione comunitaria che, come ricordato da don Leonardo Diaco, vicario episcopale per la Pastorale, è frutto di “un discernimento unitario fatto nella due giorni di programmazione prima dell’inizio dell’estate, ormai diventata un’abitudine bella per la Diocesi”. All’Assemblea è intervenuto sul tema “Intelligenza artificiale e centralità della persona” Antonio Spagnolo, docente di Bioetica presso l’Università Cattolica di Roma, che ha evidenziato che “nell’essere umano l’intelligenza riguarda l’intera persona nella sua unità e profondità. Al contrario, nel caso dell’intelligenza artificiale, essa è intesa in senso puramente funzionale, come la possibilità di tradurre i processi mentali in sequenze digitali che le macchine possono riprodurre. L’intelligenza artificiale ha sofisticate capacità di eseguire i compiti ma non quello di pensare ed è il frutto dell’attività dell’uomo, derivata direttamente dall’intelligenza umana e, quindi, contempla tutto quello che il lavoro dell’uomo può determinare come qualsiasi altro strumento”. “Dalla coppia alla famiglia attraverso relazioni solide e generatrici”, invece, è stato il tema della seconda giornata la cui riflessione è stata affidata ad Emilia Palladino, docente presso la Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana in Roma secondo la quale ciò di cui “oggi si deve parlare è come si sta insieme perché sembra essere la difficoltà più grande: lo stare insieme di un uomo di una donna non è all’interno di parametri stabiliti in modo preconcetto. La famiglia non è una scatola che funziona sempre per tutti ma dentro a volte ci sono frizioni, problematiche, conflitti che non si vedono perché sono nascosti dalla scatola, ma ci sono. Il desiderio di fare famiglia, come dicono le statistiche dell’Istat, esiste. Tuttavia non ci sono i presupposti per farle sia pratici come potrebbero essere quelli economici sia personali, come potrebbero essere quelli psicologici e quelli anche di capacità di stare insieme. Quindi, quello che credo meriti attenzione sono il modo e la capacità di stare insieme oggi”.