Dallo spirito e dall’intuizione di una donna formidabile, Armida Barelli, è nata l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Della sua figura, ha parlato mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per l’Educazione della Cei e assistente ecclesiastico proprio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Italia), in occasione della conferenza internazionale sulle università, in corso a Roma, presso la Pontificia Università della Santa Croce. “Armida Barelli è stata la fondatrice, insieme a Agostino Gemelli, dell’Ateneo. La loro storia – ha spiegato – si intreccia su tutto, dalla loro collaborazione sono nate opere che ancora oggi danno frutti formidabili. A conferma che la santità produce frutti straordinari”. “Lei fonda nel 1919 l’Istituto secolare delle missionarie della regalità di Cristo che la Santa Sede riconosce ufficialmente solo nel 1948 che sarà un preludio del Concilio Vaticano II. La sua scelta personale ha avuto una grande importanza. Tutto ciò che ha fatto ha avuto una spinta spirituale, ispirata alla devozione al Sacro Cuore”. Durante la prima guerra mondiale, “Barelli — ha raccontato – compie azioni formidabili: organizza la consacrazione dell’esercito italiano che nel primo venerdì del 1917 celebrano messa sul fronte. Tutti i soldati si consacrano al Sacro Cuore. Finita la guerra, inizia a lavorare alla nascita dell’università ma il Papa Benedetto XV la chiama a fondare la sezione femminile dell’Azione Cattolica nel 1918. Barelli innesta nella nascita dell’università la grande risorsa spirituale delle consacrate e della gioventù femminile. Anche all’interno della Chiesa erano scettici sull’iniziativa. Barelli però era talmente determinata che riuscì a fare delle operazioni di raccolta fondi di successo”. In conclusione, ha aggiunto: “Con la sua fede, Armida ha saputo sostenere l’ateneo legando fede e cultura che tuttora è definito il presidio culturale dei cattolici del Paese”.