Messico: diocesi di Tarahumara dopo una recente strage, “non possiamo abituarci alla morte, garantire pace efficace e radicale”

La Chiesa della Sierra Tarahumara, nello Stato messicano settentrionale di Chihuahua, ha lanciato un accorato appello alle autorità affinché intraprendano azioni “efficaci e sostenute” per frenare l’escalation di violenza e insicurezza che flagella la regione. L’intervento giunge in seguito a un recente massacro avvenuto a Guachochi che ha causato sette vittime, tra cui membri della comunità locale. “Manifestiamo la nostra solidarietà e vicinanza con le famiglie delle vittime e con tutta la comunità, profondamente ferita da questi avvenimenti che attentano contro la dignità umana e la convivenza pacifica”, si legge nella nota firmata dal vescovo Juan Manuel González Sandoval, vescovo di Tarahumara, che aggiunge: “Non possiamo abituarci alla morte”.
Sottolineando l’impatto personale e devastante della crisi, il vescovo ha ricordato che le vittime non sono numeri anonimi, bensì volti conosciuti: “Coloro che sono stati assassinati ingiustamente e coloro che sono rimasti feriti sono nostri conoscenti, hanno un nome e volti familiari, sono i nostri vicini e fedeli”. La Chiesa esige che il governo adotti una strategia di sicurezza che sia duratura e che vada oltre le risposte congiunturali, per garantire una pace “efficace e radicale”, basata sulla giustizia e sul rispetto dei diritti umani. Conclude il vescovo: “Chiediamo insieme al Signore che trasformi i cuori, che restituisca la serenità alle nostre comunità e che ci conceda di vivere in pace”. Proprio dalla Sierra Tarahumara, dopo l’assassinio in chiesa di due gesuiti, è partito il movimento nazionale che ha portato alla mobilitazione della Chiesa per la pace.

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