Democrazia e pace: Università Cattolica, presentato a Milano un rapporto sulla situazione oggi in Italia

Lo stato di salute della democrazia italiana rimane precario, ma i fondamenti tengono. Emerge inoltre una consapevolezza diffusa sull’importanza di ricercare percorsi di pace, che secondo le italiane e gli italiani possono concretizzarsi attraverso la promozione dei regimi democratici nel mondo e il rafforzamento del libero scambio commerciale. Sono questi – in sintesi – i risultati della terza rilevazione dell’Osservatorio sullo stato della democrazia promosso da Polidemos, il Centro per lo studio della democrazia e dei mutamenti politici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e da Ipsos-Doxa. L’indagine completa è stata presentata oggi nell’aula Pio XI dell’Ateneo durante il convegno “Democrazia e pace”. Un’occasione “per avviare una riflessione approfondita su questi dati, frutto di una collaborazione con Ipsos-Doxa nell’ambito di un progetto d’Ateneo più ampio dal titolo DEM.IN.W.PEACE (Democracy: An Investment in Welfare and Peace)”, ha detto il direttore di Polidemos, Damiano Palano, introducendo la presentazione. “Il legame tra democrazia, pace e sistemi sociali è una delle principali direzioni verso la quale il team di ricerca continuerà a puntare l’attenzione nei prossimi mesi”. A commentare i dati dell’indagine sono stati Nicoletta Alessi, fondatrice e presidente Goodpoint, Raul Caruso, docente di Economia della pace all’Università Cattolica, e Rossella Sobrero, presidente Koinètica. Il tracking dell’indagine mostra “un peggioramento di alcuni importanti indicatori rispetto alla rilevazione dello scorso anno”, spiega la ricerca: si rafforzano nella maggioranza degli italiani “l’avversione” verso la classe politica, le pulsioni “complottiste” e la “sfiducia verso i mezzi di comunicazione”. Inoltre, è sempre “marcata la sensazione che la politica non abbia più margine di manovra rispetto ai mercati e sia quindi inutile. Soprattutto, cresce in maniera preoccupante il senso di insoddisfazione per il funzionamento della democrazia nel nostro Paese”. “Il 53% si dichiara d’accordo con l’idea che la democrazia funzioni male e che sia necessario cercare un modo diverso di governare l’Italia”, ha detto Andrea Scavo, direttore Public Affairs Ipsos-Doxa. Questa terza rilevazione ha riservato un focus sulla pace. “Gli intervistati sono consapevoli del ruolo svolto per la pace da parte di diversi attori, in primo luogo le organizzazioni no-profit, la Chiesa cattolica, l’associazionismo; viene riconosciuto anche un ruolo importante alle università, educando al dialogo e al confronto costruttivo e sono soprattutto i giovani a sottolinearlo, attraverso le collaborazioni internazionali tra gruppi di ricerca e lo stimolo al dialogo interculturale e interreligioso”, ha osservato Scavo. Più concretamente, per le italiane e gli italiani, la “ricetta per la pace” è basata su due pilastri: “la promozione dei regimi democratici nel mondo e il rafforzamento del libero scambio commerciale”. “Non convince infatti – ha rilevato Scavo – l’idea che una pace stabile e duratura sia possibile in presenza di un gran numero di regimi non democratici. Sono però al contempo indispensabili dei meccanismi di riequilibrio del sistema economico globale, che ne promuovano l’equità ed evitino così il rafforzarsi di ingiustizie strutturali”. Infine, guardando alla stretta attualità, gli intervistati si confermano fortemente contrari all’ipotesi di aumentare le spese militari, soprattutto se tale investimento dovesse incidere sulle risorse disponibili per servizi pubblici come istruzione e sanità.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia