A partire da oggi, i ricercatori possono accedere ai dati delle grandi piattaforme online per studiare possibili rischi sistemici e il loro impatto. È entrata in vigore infatti l’atto delegato sull’accesso ai dati previsto dal Digital Services Act (Dsa) che permette a “ricercatori qualificati” di “richiedere l’accesso a dati precedentemente non disponibili”, spiega una nota della Commissione, per “comprendere possibili rischi sistemici o rischi come la diffusione di contenuti illegali e truffe finanziarie, garantendo così un’esperienza online più sicura per gli utenti e, soprattutto, per i minori”. Le norme, sempre secondo quanto afferma la Commissione “includono garanzie per tutelare gli interessi delle aziende”, attraverso un sistema di valutazione sui ricercatori e sui progetti di ricerca da parte dei “coordinatori dei servizi digitali”, le autorità nazionali responsabili dell’attuazione del Dsa. Questi coordinatori stanno lavorando per garantire che le richieste di accesso ai dati siano valutate in modo uniforme in tutti gli Stati membri e nei tempi previsti. “La creazione di un ambiente online più sicuro inizia con lo studio dei rischi”, ha spiegato la vicepresidente per la Sovranità tecnologica, Henna Virkkunen. Con queste norme “i ricercatori indipendenti saranno ora in grado di studiare nuovi dati provenienti dalle piattaforme online” e così contribuire a “garantire la responsabilità delle piattaforme”.