Il 78% degli studenti che utilizzano l’app Akelius impara l’italiano. È quanto emerge dal nuovo rapporto “L’app Akelius e il Blended Learning: strategie per l’insegnamento dell’italiano L2 a scuola” di Unicef e Fondazione Ismu. Adottata in 15 Paesi grazie alla collaborazione tra Unicef e Fondazione Akelius, la piattaforma consente l’insegnamento di 12 lingue, tra cui l’italiano adattandosi ai diversi livelli di competenza degli studenti. In Italia, introdotta dall’Unicef nel 2021, la piattaforma Akelius ha l’obiettivo di sostenere gli alunni Neo arrivati in Italia (Nai) e, più in generale, quelli con background migratorio nell’apprendimento dell’italiano come seconda lingua (Ita L2), in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e del Merito. La sperimentazione nel nostro Paese è iniziata, in partenariato con Aipi, in due Istituti comprensivi a Bologna e a Roma ed è poi stata estesa, grazie alla collaborazione con Fondazione Ismu, ad altri 55 Istituti comprensivi e 5 strutture ucraine in contesti extra-scolastici, anche in altre città italiane, coinvolgendo nel solo anno scolastico 2022-2023 oltre 1.000 studenti e 450 docenti. Negli anni scolastici 2023-2024 e 2024-2025, il programma è stato implementato in 48 scuole e in tre organizzazioni ucraine già coinvolte, distribuite in nove province. In totale, dal 2021 ad oggi, il progetto Akelius ha raggiunto 978 docenti e 3.274 studenti nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. A partire dall’anno scolastico 2025/26, le attività del progetto verranno aperte ad altri Istituti comprensivi e altri/e insegnanti ed educatori interessati nella sperimentazione dell’applicazione Akelius per alunni tra i 6 e i 12 anni. Dalla valutazione di 385 studenti emergono progressi significativi: oltre il 78% ha raggiunto o superato gli obiettivi di apprendimento previsti. Il rapporto evidenzia anche alcune criticità: il turnover degli insegnanti, la difficoltà di integrare l’app nella programmazione scolastica ordinaria e la necessità di consolidare la formazione. Per questo motivo vengono proposte strategie volte a “garantire continuità, condivisione di materiali e sostenibilità del programma”.