Vita pastorale: padre Occhetta, “il Paese va ricucito e non strappato”, editoriale su sindacato e diritto di sciopero

“Meno legge e più contratto è stato l’insegnamento di Biagi, e questo vale sia per il Governo sia per il sindacato, che auspichiamo si incontrino non per lavorare l’uno contro l’altro, ma a favore del Paese. Senza una pars construens, anche le ragioni della pars destruens lasceranno i lavoratori in balìa di un destino già troppo difficile da sopportare”. È il messaggio conclusivo che padre Francesco Occhetta affida all’editoriale del nuovo numero di “Vita pastorale” intitolato “Il Paese va ricucito e non strappato”. Il gesuita affronta il tema dello sciopero ritenendo che negli ultimi tempi tale diritto, costituzionalmente garantito dall’articolo 40 della Costituzione, sia stato usato “come strumento contro il Governo”. “In un Paese democratico sindacati e diritto allo sciopero sono strumenti essenziali per promuovere giustizia sociale e alimentare la democrazia, ma richiedono equilibrio e trasparenza per rimanere efficaci e legittimi”, argomento Occhetta. A suo avviso “lo sciopero generale del 29 novembre scorso, indetto da Cgil e Uil, senza la Cisl di Luigi Sbarra, è sembrato invece il canto del cigno di un sindacato stanco, che ha scelto di essere contro il Governo e non a favore della tutela dei diritti dei lavoratori nelle aziende per cui lo sciopero è nato”.
“I sindacati hanno rivendicato al Governo e non alle imprese aumenti salariali, tutela delle pensioni, sicurezza sul lavoro e maggiori investimenti in servizi pubblici come sanità e istruzione. Ma anche sulla gestione delle politiche industriali, con particolare riferimento ai tagli al settore automotive e alle restrizioni imposte dal piano di bilancio europeo”. Il “cambio di rotta”, secondo padre Occhetta, “contrasta con lo spirito del Protocollo sulla concertazione del 1993 voluta da Ciampi, che aveva aperto una stagione di dialogo costruttivo tra le parti sociali, un percorso che la Cisl continua a sostenere”.
Nell’editoriale si legge ancora: “La pratica sindacale recente della cura del welfare aziendale andrebbe potenziata; essa si occupa, insieme alle aziende, di contratti sulle assicurazioni mediche, asili nidi aziendali, flessibilità degli orari, convenzioni particolari”. Infine: “Anche lo sciopero, costituzionalmente garantito, rischia di diventare desueto, se non lo si amplia di significato e se non acquista una valenza sociale”.

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