In una nota le Acli prendono le distanze dalla decisione presa alla Corte costituzionale, “peraltro con un plenum a ranghi ridotti perché il Parlamento, ossia i partiti, non è stato in grado di eleggere i sostituti dei giudici già scaduti”, di non ammettere il referendum per l’abolizione della legge sull’autonomia differenziata. “Rispettiamo il giudizio della Corte”, scrivono le Acli, “ma nello stesso tempo occorre rilevare che questa pronuncia non difende in alcun modo la scellerata “riforma” sull’autonomia differenziata già dichiarata in larga parte incostituzionale. Anzi, stiamo ancora aspettando la necessaria revisione da parte del Governo. Le Acli continueranno a mantenere un’ attenzione costante affinché il principio dell’autonomia venga declinato in termini solidali, senza compromettere l’unità politica e sociale del nostro Paese”.