Giornata Diritti Umani: Valastro (Croce Rossa), “comunità internazionale si impegni per una società libera da violenza e odio. Più di 1.000 operatori sanitari Cri vittime di aggressioni”

“Questo momento storico ha un grande nemico: l’abitudine. Alle immagini di sofferenza che arrivano da troppi luoghi nel mondo, al disagio delle nostre stesse comunità, all’insensibilità di fronte al dolore altrui. È nostro dovere non abituarci mai a tutto questo. Non possiamo restare indifferenti di fronte a tutte le persone che nelle zone di conflitto sono prive di acqua, cibo, vestiti e supporto sanitario, a quanti sono in difficoltà economica, a chi è margini della società, a chi subisce violenze”. Lo afferma Rosario Valastro, presidente della Cri, in occasione della Giornata mondiale dei Diritti Umani. “Il nostro compito – aggiunge – è quello di non voltarci dall’altra parte e di impegnarci ancora e di più per difendere i diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona, affinché siano sempre più una base solida della nostra società, della nostra democrazia, e riescano a garantire a tutti gli esseri umani eguale dignità, in ogni circostanza”. Valastro ricorda che “L’azione dei 150mila Volontarie e Volontari della Croce Rossa Italiana è nel primo Principio dell’Associazione, l’Umanità. Da Lampedusa agli altri porti italiani dove svolgiamo accoglienza alle persone migranti, nei quartieri delle nostre città dove assistiamo i senza fissa dimora che vivono in solitudine, nei centri dove supportiamo le persone indigenti o che non hanno accesso alle cure mediche necessarie. Da Gaza all’Ucraina, quella stessa Umanità ci permette, da 160 anni, di essere ovunque c’è qualcuno che soffre. L’Umanità è la ragione per cui non ci abitueremo mai all’odio, non resteremo mai indifferenti e non ci volteremo dall’altra parte davanti a chi si trova in difficoltà”. Da qui l’appello alla Comunità internazionale perché “ribadisca a gran voce l’impegno a tutela della libertà e dell’uguaglianza di ogni donna, uomo, bambina e bambino. Solo così potremo costruire una società libera da quell’odio e quella violenza che, purtroppo, molto spesso colpiscono anche gli operatori umanitari e gli operatori sanitari”.

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