Radio Vaticana: della Maggiore (UniNettuno), “inaugurazione della nuova stazione radiotelefonica nel 1933 segnò un momento significativo nella storia del cinema e della Chiesa”

“Nel 1930, a cinque anni dalla conversione sonora del cinema, Pio XI era rimasta l’ultima tra le personalità che godevano di una influenza e di una notorietà planetaria a non essersi concesso alla nuova frontiera del cinema parlato. Il Pontefice intendeva evidentemente con questo marcare la sua diversità, la sua estraneità rispetto alla costruzione dell’immagine mediale dei leader coevi; non dimentichiamo che siamo anche negli anni dei totalitarismi che usano il cinema in funzione ideologica”. Lo ha affermato Gianluca della Maggiore, professore presso l’Università Telematica internazionale UniNettuno e direttore del centro di ricerca Catholicism and Audiovisual Studies (Cast), intervenendo stamattina all’evento “Guglielmo Marconi: Radio Vaticana e i primi film sonori di Pio XI” che si è tenuto all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede per iniziativa della Fondazione Memorie dell’audiovisivo del cattolicesimo (Mac) e del Cast in concomitanza di tre anniversari che ricorrono in questo 2024: i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi; i 100 anni di Radio in Italia; e i 100 anni dalla nascita dell’Istituto Luce.
Alla fine degli Anni Venti del secolo scorso, “diverse case cinematografiche, tra cui Fox, Paramount e Cines Pittaluga, entrarono in competizione per ottenere l’esclusiva, ma l’allora Pontefice preferì affidare la sua immagine all’Istituto Luce, nonostante non avesse ancora a disposizione la tecnologia per il sonoro. Il suo primo film sonoro, venne quindi girato nel 1933 in occasione dell’inaugurazione della nuova stazione radiotelefonica che collegava la Città del Vaticano e Castelgandolfo”. “Un evento che segnò un momento significativo nella storia del cinema e della Chiesa”, ha commentato. Se è vero che “non esistono film che documentino l’evento dell’inaugurazione della Radio Vaticana presso la palazzina nei giardini vaticani” avvenuta il 12 febbraio 1931, “non è del tutto vero che non esistono documentari sonori sull’avvenimento”, ha proseguito, prima della trasmissione di un filmato realizzato dalla casa cinematografica Cines Pittaluga che all’epoca, a differenza dell’Istituto Luce, “era già attrezzata per il sonoro”. “Il principale motivo che indusse Pio XI ad affidare la sua immagine cinematografica prioritariamente all’Istituto Luce”, ha rivelato, era dato dai “buoni rapporti in essere in quel momento con le autorità fasciste, sebbene nel quadro di quell’incontro scontro che caratterizzò, come è noto il rapporto tra la Chiesa e il regime” che “garantiva alla Santa Sede una sorta di ‘trattamento di favore’” rispetto all’immagine del Pontefice, “in mancanza di strutture interne al Vaticano che potessero vigilare sulla produzione e sulla diffusione dei film in cui era presente il Papa”. “Ciò che più si temeva in quegli anni in Vaticano, e – ha precisato – sono davvero molti gli indizi in questo senso che emergono dagli archivi, era la corruzione e la dissacrazione della sacralità della figura del Papa attraverso un mezzo di grandissima potenza e di comunicazione, che si riteneva però prevalentemente veicolo di immoralità e di valori secolarizzati”. “Il primo film della storia provvisto di voce sincrona del Papa, registrata in presa diretta” nel febbraio del 1993 è stato proiettato nel corso dell’evento: “La notizia di questo film – ha sottolineato della Maggiore – ebbe un rilievo notevole sulla stampa ad ogni latitudine, così come fece il giro del mondo la bella fotografia che ritrae il Papa in mezzo agli operatori del Luce e della Paramount” in occasione dell’inaugurazione della nuova stazione radiotelefonica in Vaticano.

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