“Questo termine mi fa schifo, dobbiamo mandarlo via”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, riferendosi al termine “carriera ecclesiastica”. Ricevendo in udienza i i religiosi e le religiose della Famiglia Calasanziana, in occasione del 75° anniversario di fondazione, Francesco si è soffermato su due tratti caratteristici di tale carisma: “la docilità coraggiosa alla Provvidenza e la cura per la crescita integrale della persona”. “Il vostro Fondatore, di famiglia agiata, destinato probabilmente a una carriera ecclesiastica – questo termine mi fa schifo, dobbiamo mandarlo via – venuto a Roma con incarichi di un certo livello, non ha esitato a stravolgere programmi e prospettive della sua vita per dedicarsi ai ragazzi di strada incontrati in città”, ha sottolineato Francesco riferendosi alla figura di San Giuseppe Calasanzio: “Così sono nate le Scuole Pie, una bella eredità: non tanto per un piano predefinito e garantito, quanto per il coraggio di un bravo prete che si è lasciato coinvolgere dalle necessità del prossimo, là dove il Signore gliele ha poste davanti”. “Questo è molto bello – ha commentato il Papa – e io vorrei invitare anche voi a mantenere, nelle vostre scelte, la stessa apertura e la stessa prontezza, senza calcolare troppo, vincendo timori e titubanze, specialmente di fronte alle tante nuove povertà dei nostri giorni”. “E sarebbe bello se in questi giorni, nella vostra riunione, cercate di descrivere quali sono le nuove povertà”, ha aggiunto a braccio: “Non temete di avventurarvi, per rispondere ai bisogni dei poveri, in sentieri diversi da quelli già battuti nel passato, anche a costo di rivedere schemi e di ridimensionare aspettative. È in questo abbandono fiducioso che affondano le vostre radici, e rimanendo fedeli ad esse manterrete vivo il vostro carisma”.