“Con l’avvento del digitale, la vera novità del nostro tempo è l’avvento dei social, di cui la Chiesa non può non tener conto”. Lo ha detto mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, soffermandosi sugli elementi che 20 anni fa, quando è stato pubblicato il Direttorio “Comunicazione e missione”, non era possibile prevedere. “Oggi la comunicazione è sempre più circolare e interattiva, tutti sono consumatori e produttori di comunicazione”, l’analisi del vescovo, intervenuto in collegamento durante il convegno in corso su tale tema alla Pontificia Università Lateranense. Secondo il relatore, “i social hanno cambiato il modo di relazionarsi e di vivere i processi comunicativi, e i giovani, che sono nativi digitali, fanno spesso fatica a relazionarsi con il vissuto della Chiesa”. Tra gli elementi di attualità del Direttorio, di cui Giuliodori ha ripercorso la genesi, “la necessità di integrare i processi pastorali con i media” e la figura degli animatori della comunicazione e della cultura, “che comporta una formazione in presenza e a distanza – attuata ancora oggi – degli operatori della comunicazione non professionali in senso stretto, ma che mettono le loro competenze a servizio della comunità ecclesiale”. Sull”attualità della figura degli operatori della comunicazione e della cultura si è soffermato anche mons. Alfonso V. Amarante, rettore della Pontificia Università Lateranense, nel suo saluto in apertura dei lavori: una figura, per il rettore, che “non deve mancare nelle nostre comunità e va integrata con le altre”.