Giornata della memoria: Termoli-Larino, ebrei salvati grazie alla falsificazione del timbro del Comune di Larino

Settantatré orfani ebrei nascosti a “Villa Emma” e nel seminario di Nonantola e messi in salvo grazie alla falsificazione del timbro del Comune di Larino. A ricordare questa storia di amicizia e solidarietà, nel Giorno della Memoria, è Giuseppe Mammarella, responsabile dell’Archivio storico e della biblioteca della diocesi di Termoli-Larino. Si salvarono tutti e la maggior parte di loro, alla fine della guerra raggiunse la Palestina. “I nonantolani dimostrarono allora di saper trasformare l’ospitalità in vera amicizia e solidarietà”, spiega l’autore dell’approfondimento storico: “Nel giro di breve tempo i ragazzi ed i loro accompagnatori, prima di essere portati in salvo, vennero nascosti in gran parte nel locale Seminario ed altri presso varie famiglie del posto”. L’idea di utilizzare un timbro a secco del Comune di Larino, raffigurante, però, non l’ala su campo azzurro, ma uno stemma di fantasia formato da cinque fasce verticali contenute nello scudo, maturò all’interno del Seminario di Larino, appena lì giunse la notizia che la città frentana era stata o stava per essere liberata dagli anglo-americani (le truppe alleate sbarcarono sulla costa molisana il 3 ottobre del 1943 e pochi giorni dopo, tra il 10 ed il 12, entrarono a Larino), però, con ogni probabilità, nella scelta fu preferito l’antico capoluogo frentano per la fama del suo Seminario, non solo perché da sempre fioriva “in qualunque ranco di scienza”, ma soprattutto per il primato nel mondo cattolico sottolineato solo pochi anni prima anche da Angelo Giuseppe Roncalli (il futuro Pontefice San Giovanni XXIII) nel suo studio giovanile dal titolo “Gli inizi del Seminario di Bergamo e San Carlo Borromeo”, pubblicato nella città lombarda nel 1939. L’opera di falsificazione con il timbro del Comune di Larino continuò, anzi, dalla fine dell’autunno del 1943, iniziò a funzionare a pieno regime. Molti ebrei furono inviati a Nonantola per ottenere documenti. Il timbro a secco falso del Comune di Larino venne usato anche per preparare carte d’identità da rilasciare a partigiani, specialmente quelli che operarono nella “Brigata Italia”.

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