Suicidio assistito: Forum famiglie Veneto, “Regione non è competente”. Marseglia, “non è risposta giusta. Promuovere cure palliative e sedazione profonda”

Domani il Consiglio regionale del Veneto voterà il progetto di legge 217 sul suicidio medicalmente assistito. Il Forum delle associazioni familiari del Veneto esprime in una nota “contrarietà e profonda preoccupazione, ritenendo, come evidenziato nell’audizione in V Commissione il 16 novembre scorso, che tale normativa sollevi questioni morali e sociali complesse”, e invita i consiglieri a “considerare attentamente l’impatto su individui e comunità”. “Invitiamo i Consiglieri a interrogare le proprie coscienze prima di prendere una decisione su questo progetto di legge – prosegue la nota -. La riflessione personale sulle implicazioni etiche e morali di tale normativa è essenziale per garantire una scelta ponderata e in linea con i valori fondamentali della società. Chiediamo, inoltre il pieno rispetto del parere dell’Avvocatura generale dello Stato, che ribadisce la non competenza regionale, e sottolineiamo che approvare la legge proposta dell’associazione Coscioni espone a impugnazioni davanti alla Corte costituzionale”.
“Riteniamo che una legge regionale sul suicidio assistito non sia il modo giusto per affrontare tale tematica – spiega il presidente del Forum, Marco Marseglia – e sollecitiamo la Regione Veneto ad incentivare la promozione delle cure palliative e della sedazione profonda. Come Forum, riteniamo che questi siano i percorsi fondamentali che il Servizio sanitario nazionale deve intraprendere e garantire, realizzandoli in strutture attrezzate come gli hospice, o qualora fosse possibile presso il proprio domicilio”. Obiettivo delle cure palliative è “non ostacolare e neppure di anticipare la morte”, ma “prendersi cura dell’uomo, del suo dolore fisico e psichico, accompagnarlo ‘nel’ morire, senza fornire un aiuto ‘a’ morire”. “È un prendersi cura fino all’ultimo respiro – conclude Marseglia -, un’accoglienza, un ascolto continuo, per farlo sentire amato e voluto, ed evitare la solitudine nell’affrontare la paura della sofferenza e della morte”.

 

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