Incontro adolescenti italiani con il Papa: Mattia Piccoli, “ho voluto aiutare papà come atto di amore”

“Non ho mai fatto nulla controvoglia o per obbligo, ho voluto aiutare mio papà come atto di amore, pensando a tutto quello che lui aveva fatto per me”. E’ il cuore della testimonianza di Mattia Piccoli, 12 anni, premiato il 14 dicembre 2021 con l’attestato di Alfiere della Repubblica dal Presidente Mattarella per aver aiutato il padre colpito a 40 anni da Alzheimer precoce. “Mi presento sono Mattia Piccoli, ho 12 anni e vengo da Concordia Sagittaria in provincia di Venezia”, ha esordito durante l’incontro e la preghiera degli adolescenti italiani con Papa Francesco. Per il primo grande raduno dei giovani con il Santo Padre dopo la pandemia, sono oltre 50mila i ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia, che prima dell’arrivo di Papa Francesco hanno vissuto un momento di festa, assistendo tra l’altro anche all’esibizione di Blanco, il vincitore del Festival di Sanremo. “Ho scritto questa lettera da leggere davanti a voi, perché ho paura di emozionarmi di fronte a Papa Francesco e a tutti voi ragazzi”, ha rivelato Mattia: “Sono qui per raccontarvi la mia storia: all’inizio ero un normale bambino di sei anni, pensavo solo a giocare e tutto andava bene; ma già da un po’ di tempo avevo notato che il mio papà non sembrava più lui, mi pareva diverso e a volte si dimenticava di fare le cose più importanti come venire a prendermi a scuola o andare a fare la spesa. Ma come ho già detto non ci davo molto peso, però più passava il tempo più il papà mi pareva strano, pensate che non voleva più giocare con me e a volte, quando gli chiedevo di guardare la TV, non riusciva neanche ad accenderla. Io non capivo proprio cosa stava succedendo al mio papà ma il 19 dicembre 2016, ci venne data la notizia che avrebbe cambiato le vite della mia famiglia: a mio papà venne diagnosticato l’Alzheimer precoce. Non avevo capito che tipo di malattia fosse, così un giorno la mamma iniziò a raccontarmi la devastazione che porta questo tipo di malattia soprattutto nei casi così giovanili”. “Da quel giorno il mio compito non avendo aiuti esterni, è stato quello di dare aiuto a mio papà nelle cose quotidiane che non riusciva più a fare da solo, come farsi una doccia, legarsi le scarpe oppure dargli conforto quando non sapeva dove si trovava”, ha raccontato Maria: “Non ho mai fatto nulla controvoglia o per obbligo, ho voluto aiutare mio papà come atto di amore, pensando a tutto quello che lui aveva fatto per me”. “Spesso le persone mi chiedono dove trovo la forza nei momenti più bui e io non ho mai risposto a questa domanda, ma davanti a voi, devo confessare che la forza mi viene grazie alla mia famiglia: al coraggio di mia mamma, all’appoggio di mio fratello e perfino dal mio grande papà che ha sempre aiutato le persone e mi ha insegnato il valore della solidarietà”, ha confessato Mattia: “Anche la fede cristiana mi ha tante volte aiutato quando sono triste e mi sento giù, perché mi manca tanto il mio papà di una volta e infatti, ricordo quando tutti assieme ci ritrovavamo in chiesa ad accendere una candela, confidando che le nostre richieste venissero esaudite o come era felice il mio papà quando cantava con il coro parrocchiale. Spero che la benedizione di Papa Francesco possa aiutare la mia famiglia ma soprattutto il mio papà”.

 

 

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa