Libia: Conte dopo incontro con Erdogan, “l’Italia non può non recitare una parte” ma “non per il nostro bieco interesse”

(Foto: Presidenza del Consiglio dei ministri)

“L’Italia non può non recitare una parte. Ce lo riconoscono tutti e ci sono ragioni storiche, economiche, culturali che ci riconoscono questa influenza sul terreno libico. La nostra è un’influenza che spendiamo non per ipotecare il futuro per il nostro bieco interesse ma per indirizzare il popolo libico verso il benessere, prosperità autonomia e, soprattutto, indipendenza”. Così il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, incontrando la stampa al termine dell’incontro avuto ad Ankara con il presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan.
Per il premier, nel contesto libico “ci deve essere un ruolo per le Nazioni Unite, assolutamente. Il processo politico dev’essere condotto sotto l’egida dell’Onu”. “Per quanto riguarda poi le modalità concrete per assicurare che questo cessate il fuoco sia duraturo – ha proseguito – le studieremo a Berlino, ci confronteremo. Tra le varie opzioni sul tavolo c’è sicuramente quella di un gruppo d’interposizione” con forze militari. “Noi – ha precisato Conte – siamo facilitatori della pace, auspichiamo un processo politico. Rivendichiamo questo ruolo, questo primato”. “Non dobbiamo fare né i tifosi da stadio né fare valutazioni o commenti di piccolo cabotaggio”, l’invito del premier, che ha spiegato: “Questa non è una rincorsa a chi fa prima, a chi fa di più: se tutti non lavoriamo nella medesima direzione, se tutti non riusciamo a convergere su un’agenda condivisa non si va da nessuna parte”. “Ecco perché – ha sottolineato Conte – personalmente saluto come estremamente positive l’iniziativa, le dichiarazioni turche e russe che, avendo in questo momento un ruolo sul terreno – cosa che l’Italia non ha per scelta personale, politica, strategica” –, hanno chiesto il cessate il fuoco. Sul ruolo di Turchia e Russia, il premier ha precisato che “non possono essere due Paesi a dettare l’agenda di un processo politico, per cui nella conferenza di Berlino lavoreremo tutti insieme”. “L’Italia non vuole assumere un ruolo primario in modo da condizionare il futuro per i suoi personali interessi – ha ribadito –, dobbiamo lavorare per l’interesse del popolo libico”.

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