Natale 2025: mons. Rega (San Marco A.-Scalea) a Gesù Bambino, “spezza il cerchio doloroso delle guerre, converti i cuori induriti, disarma le mani che fanno del fratello un nemico”

“Come vescovo di questa chiesa diocesana, affido al Tuo amabilissimo cuore, le preghiere, le attese e le speranze del Tuo popolo, che in Te riconosce la Luce venuta per illuminare ogni tenebra. Accanto al Tuo presepe collochiamo la figura del venerabile vescovo Agostino Castrillo, pastore dal cuore ardente e profondamente francescano che ha servito questa nostra Chiesa. Nella sua figura porto ai tuoi piedi l’intera diocesi, i nostri sacerdoti, diaconi, seminaristi, religiosi e religiose, i laici, tutte le comunità, in particolare gli ammalati e coloro che sono in ricerca”. Inizia così la “Lettera a Gesù bambino” del vescovo di San Marco Argentano-Scalea, mons. Stefano Rega, nella quale sottolinea che la testimonianza di mons. Castrillo, ricorda “la mitezza con cui seppe accogliere i piccoli e i poveri, ma soprattutto l’eroicità con cui affrontò la malattia, trasformandola in un’offerta silenziosa e purissima per la santificazione della Tua Chiesa. Nel suo soffrire, accettato con fede pura e totale abbandono, brillava la certezza che ogni lacrima donata a Te diventa fecondità per il Tuo popolo”. “Accanto a lui contempliamo – scrive il presule – san Francesco d’Assisi, che più di ogni altro comprese l’umiltà del Tuo farsi Bambino. Come narra la tradizione, nella notte santa di Greccio, Francesco volle rivivere il mistero del Tuo Natale: nella grotta illuminata da fiaccole tremolanti, in mezzo al bue e all’asino, egli fece deporre il Tuo simulacro nella mangiatoia, e mentre cantava con voce rotta dalla commozione, sembrava vedere con gli occhi del cuore Te stesso, vivo e presente. Quella notte – prosegue la lettera – così semplice e così grande, accese nel mondo un amore nuovo per il Tuo Natale, e ancora oggi invita la Chiesa a ritornare alla purezza della meraviglia e alla gioia della fede. O Gesù Bambino, in questo tempo ferito e inquieto, Ti imploriamo per il dono prezioso della pace. Guarda le nazioni lacerate dall’odio, le famiglie divise dalla violenza, i bambini privati della loro infanzia. Spezza Tu, Principe della pace, il cerchio doloroso delle guerre, converti – prega mons. Rega – i cuori induriti, disarma le mani che fanno del fratello un nemico. Fa’ che nel mondo intero si levi un’unica invocazione e un unico desiderio: vivere da figli dell’unico Padre, riconoscendo negli altri fratelli da amare, non avversari da temere. O Gesù Bambino guarda benigno questa nostra Diocesi: rendila perseverante nella fede, concorde nella carità, luminosa nella speranza. Proteggi le nostre famiglie, consola chi soffre, rialza chi vacilla. Donaci di imitare la fortezza di Castrillo nelle prove e l’ardore di Francesco nella lode, perché in ogni gesto della nostra vita risplenda la bellezza del Tuo Vangelo”.

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