Leone XIV: “nessuno salva il mondo da solo. E neanche Dio vuole salvarlo da solo” perché “insieme è meglio”

“Nessuno salva il mondo da solo. E neanche Dio vuole salvarlo da solo: Lui potrebbe, ma non vuole, perché insieme è meglio. Partecipare ci fa esprimere e rende più nostro ciò che alla fine contempleremo per sempre, quando Gesù definitivamente tornerà”. Lo ha detto il Papa nell’udienza giubilare, questa mattina in Piazza San Pietro, dedicata alla speranza intesa come partecipazione e ad Alberto Marvelli che, secondo Leone XIV, ha incarnato perfettamente questa immagine.
Il giovane, vissuto nella prima metà del secolo scorso, formatosi nell’Azione Cattolica e laureatosi in ingegneria, “si affaccia alla vita sociale al tempo della seconda guerra mondiale, che lui condanna fermamente”, ricorda il Papa. A Rimini e dintorni si impegna a soccorrere i feriti, i malati, gli sfollati. Tanti lo ammirano e dopo la guerra, viene eletto assessore e incaricato della commissione per gli alloggi e per la ricostruzione. Così entra nella vita politica attiva, ma proprio mentre si reca in bicicletta a un comizio viene investito da un camion militare. “Aveva 28 anni – ha proseguito il Papa -. Alberto ci mostra che sperare è partecipare, che servire il Regno di Dio dà gioia anche in mezzo a grandi rischi. Il mondo diventa migliore, se noi perdiamo un po’ di sicurezza e di tranquillità per scegliere il bene. Questo è partecipare”.
Di qui l’invito a interrogarsi: “Chiediamoci: sto partecipando a qualche iniziativa buona, che impegna i miei talenti? Ho l’orizzonte e il respiro del Regno di Dio, quando faccio qualche servizio? Oppure lo faccio brontolando, lamentandomi che tutto va male? Il sorriso sulle labbra è il segno della grazia in noi. Sperare è partecipare: questo – ha concluso il Pontefice – è un dono che Dio ci fa”.

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