Un’altra tragedia si è consumata sulla rotta del Mediterraneo centrale, una delle più letali al mondo. Secondo le prime testimonianze dei sopravvissuti, partiti dalla Tunisia e sbarcati ieri notte a Lampedusa, almeno 5 persone, tra cui un minore, risultano disperse. Lo afferma Save the Children, presente stabilmente con i suoi team sull’isola, intervenuti per dare supporto e una risposta ai bisogni immediati di minori e famiglie. Sono oltre 33 mila le persone morte o disperse nel Mediterraneo dal 2014, di cui più di 1.100 nel 2025 solo nel Mediterraneo Centrale. L’approccio securitario e l’irrigidimento dei confini, denuncia Save the children, hanno contributo a rendere le condizioni delle famiglie e dei minori stranieri non accompagnati che viaggiano verso e attraverso l’Ue sempre più precarie e rischiose. Per Save the Children non è accettabile che in tema di migrazione vengano anteposti gli interessi nazionali alla salvaguardia dei diritti dell’infanzia e dei diritti fondamentali. Le riforme europee introdotte con il Patto Europeo Migrazione e Asilo – rimarca l’organizzazione – non sembrano rispondere alle principali problematiche vissute da chi arriva in Ue e le condizioni di bambine, bambini e adolescenti, e tra loro dei minori stranieri non accompagnati – oltre 11.600 quelli sbarcati quest’anno in Italia rimangono precarie e rischiose. Save the Children continua a sottolineare la necessità di un’assunzione condivisa di responsabilità e impegno tra gli Stati membri dell’Ue, e a chiedere l’apertura di canali regolari e sicuri verso l’Europa, che garantiscano il rispetto dei diritti umani, insieme all’attivazione di un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare le persone in pericolo, agendo nel rispetto dei principi internazionali e dando prova di quella solidarietà che è valore fondante dell’Unione Europea, garantendo che il salvataggio si concluda in un porto sicuro, sulla terraferma. Le persone sbarcate sono state accolte in Hotspot e sono seguite e assistite dal personale di Croce Rossa Italiana e dalle organizzazioni operative in Hotspot, tra cui il team di Save the Children.