“La separazione tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa, conosciuta come Grande Scisma, si verificò nel 1054”. Lo ha spiegato la teologa Elena Boscos nella sua introduzione a Venezia per il 60° anniversario dell’abolizione delle scomuniche tra Roma e Costantinopoli. Analizzando il percorso storico, ha ricordato che il distacco fu il risultato “di un processo lungo e complesso nato da differenze culturali, teologiche e politiche” e che il nucleo del disaccordo riguardava il Primato del Papa, cui si aggiungeva il Filioque, l’inserimento nel Credo dell’espressione “e dal Figlio”. Ha quindi ripercorso lo scambio delle scomuniche tra il legato papale e il patriarca Michele Cerulario e lo sviluppo distinto delle due Chiese, segnato anche dal dogma dell’Infallibilità e dalla diversa disciplina del clero. Boscos ha però sottolineato che “permangono elementi fondamentali in comune”, ricordando che le due Chiese “si considerano continuazione della Chiesa fondata da Cristo e dagli Apostoli”, condividono fede trinitaria e cristologica, sacramenti e vita liturgica, in cui “Cristo è presente nell’Eucaristia”. La teologa ha richiamato il riavvicinamento del XX secolo e il gesto del 1965, che “rappresentò un passo storico verso il dialogo e il riconoscimento reciproco”. La revoca degli anatemi, ha aggiunto, “non è stata semplicemente un gesto diplomatico, ma un atto di riconciliazione”. Boscos ha concluso affermando che “ciò che unisce la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa è più profondo e più duraturo di ciò che le divide”.