“È per me una gioia portare il saluto della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia, che ha la sua sede proprio qui a Venezia”. Con queste parole mons. Athenagoras Fasiolo, vescovo di Terme e ausiliare dell’Arcidiocesi ortodossa d’Italia, ha aperto oggi il suo intervento per il 60° anniversario della revoca delle scomuniche tra Roma e Costantinopoli. Il presule ha definito la ricorrenza “un anniversario di straordinaria importanza”, ricordando che il gesto del 1965 “ha sanato una ferita antica e ha restituito respiro alla comunione ecclesiale”. Quindi ha sottolineato che nel 1054 “si confrontarono allora le sedi, non la Chiesa una e indivisa che professiamo nel Credo” e che i successori, “papa Paolo VI e il patriarca Atenagora – insieme ai successori, papa Leone XIV e il patriarca Bartolomeo – hanno avuto il coraggio di togliere quella infamia”. Richiamando il 1700° anniversario del Concilio di Nicea, Fasiolo ha ricordato come “si sono incontrate le grandi famiglie cristiane”, unite in un pellegrinaggio che ha visto insieme Chiese ortodosse, cattolica, armena, copta, siriaca e comunità occidentali. Ha evocato “un gesto, semplice e potentissimo: il cammino lento dietro il santo Vangelo”, segno di un ecumenismo che è “un cammino senza ritorno”. Il dialogo, ha affermato, “non è un esercizio diplomatico”, ma un incontro in cui “nessuno perde nulla della propria identità”. “In un mondo così diviso”, ha proseguito, la testimonianza delle Chiese “deve essere annunciata con forza”. In questa città “che tanto ha dato all’incontro fra Oriente e Occidente”, Fasiolo ha ricordato anche la figura del card. Roncalli, “un fine conoscitore dell’Oriente”.