“In Libano stare insieme è contagioso: ho trovato qui un popolo che non ama l’isolamento, ma l’incontro”. Lo ha detto il Papa, nel suo ultimo discorso in Libano, per la cerimonia di congedo dall’aeroporto di Beirut. “Se arrivare significava entrare con delicatezza nella vostra cultura, lasciare questa terra è portarvi nel cuore”, ha assicurato Leone XIV: “Noi non ci lasciamo, ma essendoci incontrati andremo avanti insieme. E speriamo di coinvolgere in questo spirito di fraternità e di impegno per la pace tutto il Medio Oriente, anche chi oggi si considera nemico”. “Sono grato dei giorni trascorsi con voi e mi rallegro aver potuto realizzare il desiderio del mio amato Predecessore, Papa Francesco, che tanto avrebbe voluto essere qui”, ha proseguito il Pontefice: “Lui, in realtà, è con noi, cammina con noi insieme ad altri testimoni del Vangelo che ci attendono nell’abbraccio eterno di Dio: siamo eredi di ciò che hanno creduto, della fede, della speranza e dell’amore che li hanno animati”. Poi le tappe del viaggio: “Ho visto di quanta venerazione il vostro popolo circonda la Beata Vergine Maria, tanto cara sia ai cristiani sia ai mussulmani. Ho pregato alla tomba di San Charbel, percependo le profonde radici spirituali di questo Paese: quanta linfa dalla vostra storia può sostenere il difficile cammino verso il futuro! Mi ha toccato il cuore la breve visita al porto di Beirut, dove l’esplosione ha devastato non soltanto un luogo, ma tante vite. Ho pregato per tutte le vittime e porto con me il dolore e la sete di verità e di giustizia di tante famiglie, di un intero Paese. Ho incontrato, in questi pochi giorni, molti volti e stretto tante mani, ricevendo da questo contatto fisico e interiore un’energia di speranza”.