Papa in Libano: messa a Beirut, no a “rassegnazione e lamento”, “bellezza rara oscurata da povertà, sofferenze e ferite”

(Foto Vatican Media/SIR)

“A volte, appesantiti dalle fatiche della vita, preoccupati per i numerosi problemi che ci circondano, paralizzati dall’impotenza dinanzi al male e oppressi da tante situazioni difficili, siamo più portati alla rassegnazione e al lamento, che allo stupore del cuore e al ringraziamento”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della messa al Beirut Waterfront, al centro del quale c’è stato l’invito rivolto al popolo libanese a “coltivare sempre atteggiamenti di lode e di gratitudine”. “Siete destinatari di una bellezza rara con la quale il Signore ha impreziosito la vostra terra e che, al contempo, siete spettatori e vittime di come il male, in molteplici forme, possa offuscare questa magnificenza”, il ritratto in chiaroscuro di Leone XIV: “Da questa spianata che si affaccia sul mare, anch’io posso contemplare la bellezza del Libano cantata dalla Scrittura. Il Signore vi ha piantato i suoi alti cedri, nutrendoli e saziandoli, ha reso profumate le vesti della sposa del Cantico dei Cantici col profumo di questa terra”. Allo stesso tempo, però, “tale bellezza è oscurata da povertà e sofferenze, da ferite che hanno segnato la vostra storia”, come l’esplosione al porto di Beirut, nel cui luogo il Papa si è recato prima della messa per una preghiera silenziosa: “è oscurata da tanti problemi che vi affliggono, da un contesto politico fragile e spesso instabile, dalla drammatica crisi economica che vi opprime, dalla violenza e dai conflitti che hanno risvegliato antiche paure”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia